La fissa per i giochi da tavolo: cause e fattori di rischio
Dev’essere stata una scena di un film, di una serie tv.
Il fatto è che non mi ricordo quale.
Sì, ho come la sensazione che per me tutto questo revival dei giochi da tavolo sia nato così.
Una scena di un film in cui ci sono dei personaggi radunati intorno a un tavolo, con un bel tabellone, tante miniature, dadi, cose così.
Io che mi illumino e penso che figata! Voglio ricominciare!
Perché in realtà – dopo l’infanzia passata a giocare a Monopoly, Labirinto, Taboo – io avevo staccato per molti anni.
Poi un bel pomeriggio di circa tre anni fa, mentre passeggiavo in centro, sono entrata per caso in un negozio di giochi da tavolo.
Affascinata da tutte quelle scatole riposte in modo impeccabile, senza pensarci due volte ho detto al proprietario vorrei comprare un gioco, un gioco difficile.
Vorrei specificare che il mio esordire con questa storia del “gioco difficile” era dato dal fatto che nella mia testa volevo passare al livello successivo, volevo un gioco pieno di componenti, era questo il dettaglio che mi affascinava.
Basta con Monopoly, non sono più una bambina, io.
Il proprietario mi ha proposto Pandemic, un gioco cooperativo che su Board Game Geek è classificato con un punteggio di 2.41/5.00 di difficoltà; per capirci, Monopoly è al livello 1.65/5.00.
Io quasi con sdegno ho risposto no, non ci siamo, vorrei qualcosa di più complesso.
Quanta tracotanza per una ragazza rimasta ai livelli di Monopoly!
Al che il proprietario ha tirato fuori Dead of Winter. Un gioco semi cooperativo perché – attenzione, attenzione – si gioca tutti insieme contro il gioco, ma potrebbe esserci un traditore tra i giocatori.
61 euro.
Mio.
A scatola chiusa, in tutti i sensi.
Zac, senza neanche pensarci.
Tornata a Roma ho convinto i miei due migliori amici ad esplorare il gioco da tavolo appena comprato.
Due ore e mezza solamente per analizzare il regolamento (20 pagine che ora mi sembrano un nulla).
Il risultato? Mi hanno allegramente mandata a quel paese e così, per quasi due anni, Dead of Winter è rimasto a prendere polvere.
Ma questa è una storia a lieto fine, non vi preoccupate.
Dopo un lungo piagnisteo con un caro amico che vive a Londra, sono stata piazzata da lui stesso in un gruppo di giocatori.
Ma di questo parlerò nel prossimo articolo, La fissa per i giochi da tavolo: sintomi.