O ti mangi questi cookie o ti butti dalla finestra
A me – ecchetelodicoaffà – piacciono soprattutto quelli di quella marca che nella réclame lei è incinta, e ovviamente ha le voglie e il marito – santapacienza – un po’ in stile caro vecchio Ambrogio le porge una scatola di pasticcini che solo a pensarci mi viene la bavetta nell’angolo della bocca. Vado matta per quelli tutti burrosi (che altro che addio al colesterolo!) e in estasi per i wafer. Roba che già solo a pronunciarne il nome è orgasmo assicurato.
Quelli che, invece, mi si ripropongono come i puparuoli fritti mangiati di sera, che proprio non c’è verso di digerire manco con il bicarbonato miscelato alla citrosodina, sono gli odiosi cookie che incontri a ogni vela dispiegata mentre navighi nella rezza internettiana. ‘St’oceano è pieno di ‘sti biscotti e non sono mica tutti buoni, eh!
Alcuni sono necessari ma puzzolenti, un po’ come l’olio di fegato di merluzzo che un tempo (forse pure adesso, boh) si dava ai bambini per farli crescere con ossa sane e robuste. E quindi, o ti mangi questi cookie o ti butti dalla finestra. Ma ce ne stanno tantissimi altri di cui possiamo fare serenamente a meno.
Alcuni dei mari in cui navighi sono meno insidiosi e ti tengono alla larga dai biscotti cattivi. Altri fanno i fetenti, gettano l’amo, tu non ti accorgi dell’esca e finisci in un mulinello di pubblicità che ogni mattina ti intasa la casella di posta elettronica. Chiamarli biscotti è culinariamente scorretto ed ingannevole.
Secondo me, i creatori dei cookie si sono ispirati alla fiaba di Hansel e Gretel, loro nei panni della vecchietta e noi dei fratelli golosi che, attirati dalle leccornie della casetta in mezzo al bosco, finiscono in trappola e rischiano di cuocersi a puntino come biscotti nel forno.
Insomma, alla fine è sempre tutto un magna magna. Stanotte andrò a dormire e sognerò una mano che, mentre sto navigando tra un mare e un altro, spunta dal monitor del computer con un vassoio carico di cookie fragranti che non saprò rifiutare – ve l’avita mangià – e dei quali mi abbofferò fino a far esplodere di spazzatura la mia casella di posta. Però tranquilli, io la raccolta differenziata la faccio.
A proposito, dite che qualcuna la si riesce a riciclare? Tipo quell’email che proponeva una settimana in un relais nel cuore della campagna umbra a prezzi stracciati? Ah vero, c’è il divieto di spostamento tra le regioni. Vabbuò, vado a mangiarmi un biscotto, così non ci penso.
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In copertina foto di Vinzenz Lorenz M da Pixabay
Hansel e Gretel foto di Vicki Hamilton da Pixabay
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Spam foto di Gerd Altmann da Pixabay