Profumi di vita
La bellezza dei ricordi è che si possono trovare ovunque, incastonati in luoghi, fotografie, pensieri e profumi, quelli che quando li senti all’improvviso sei magicamente in un altro luogo, in un altro tempo, in un altro pezzo di vita che affiora senza chiedere il permesso, in disordine e senza una logica precisa. Succede e basta.
Finisco di pettinarmi i capelli dopo essermeli lavati, non sono brava con la piega ma cerco di acconciarmi come posso usando della lacca che per mia sbadataggine finisce troppo vicina al mio naso: puff. Colpo di tosse. Inalo la lacca e non ha un buon sapore, chiudo gli occhi.
Ora non sono più nel bagno di casa mia ma a casa di mia nonna, e mentre sono seduta in poltrona la vedo in piedi vicino allo specchio mentre si pettina e con una maestria che non ho di certo ereditato. Ha un pettine marrone chiaro, un cappotto grigio scuro e un foulard viola e nero. Quanto è elegante, ci tiene ad essere presentabile. Si gira e mi sorride, un po’ di lacca sui capelli imbiancati di grigio e siamo pronte per uscire.
Il profumo di buccia d’arancia invade tutta la cucina, chiudo gli occhi. Succede in un attimo.
Da una stanza nel corridoio mia zia porta un vassoio con dei dolcetti fatti in casa adagiati su pirottini di carta colorata. Ne basta un morso per sentire l’aroma di arancia: inconfondibile, come il tocco che aveva mia zia per cucinare dei dolci squisiti. Non si può dimenticare.
Nella mia stanza c’è un po’ di disordine, qualcosa è caduto dal ripiano più alto dell’armadio: l’astuccio che utilizzavo quando andavo a scuola; c’è anche il tempera lapis e una vecchia penna cancellabile, quella che volevi utilizzare per sentirti già adulto, per poter utilizzare una penna ma con la sicurezza di poterti permettere qualche errore. Se ci penso, ne vorrei una anche adesso per i rischi della vita e utilizzarla per qualche cancellatura.
La punta della matita è spezzata, mi siedo alla scrivania e la tempero: il profumo è quasi impercettibile ma si sente, polvere di lapis con la punta appena rifatta. Chiudo gli occhi. Il mio banco alle elementari era blu, alle medie marrone e sgangherato, alle superiori verde chiaro. Ho paura di un’interrogazione imminente e mi rifugio nell’angolo dell’aula pensando di essere al sicuro. Quanto manca alla ricreazione? Sento già il profumo del mio panino al prosciutto nell’involto di carta stagnola nel mio zaino Invicta appeso sull bracciolo della sedia.
Faccio una passeggiata e sento profumo di zippole. Penso a tutte le varianti di questo dolce che in Sardegna si chiama in questo modo e in altre regioni al posto della i c’è la e. La bontà è sublime in ogni caso ma per me le zippole hanno il profumo del carnevale. Chiudo gli occhi.
Non passeggio più e sono di nuovo bambina e indosso un costume da Minnie con una gonna rossa a pois neri, ho perfino un filo di rossetto, anche se non durerà perché le zippole hanno lo zucchero sopra e vanno gustate senza pensare alla tinta rossa sulle labbra.
Su una mensola impolverata giace un porta profumo di quelli a forma di ampolla, ce ne è ancora un po’ dentro. Chiudo gli occhi.
Ho ai piedi delle scarpe di vernice con delle calzine bianche, mia madre ha appena messo il mascara.
“Alza un pochino il collo” mi dice; obbedisco e un’ondata di profumo pervade la stanza.
Sono seduta sul letto. Ho la testa piena di ricordi. Lascio che mi travolgano, lascio che mi abbraccino. Chissà di cos’altro profumerà la mia vita.
E la vostra di cosa profuma?
Crediti immagini:
Foto memories Kelly Sikkema sito Unsplash
Foto stanza Mali Desha sito Unsplash