Help4Sveva, cucciola cardiopatica
Riceviamo e pubblichiamo dalla proprietaria di Sveva. Sarà garantito all’allevamento di Prisconte, e a chiunque avente titolo vorrà avvalersene, il diritto di rettifica ai sensi dell’art. 8 l. 47/1948. Per Sveva noi della redazione di facciunsalto.it abbiamo promosso una raccolta fondi che possa aiutare a sostenere le onerose spese connesse all’intervento e a quanto ne seguirà. Chi voglia dare un contributo è il benvenuto, e lo ringraziamo in anticipo: fus.news/help4sveva
Questa è Sveva, una cucciola di dobermann di tre mesi. Zampe grandi, occhi profondi, una grande voglia di giocare e di crescere. La sua storia è anche una storia mia; ed è pure una storia che non dovrebbe accadere ad altri. Accoglierla è stata una decisione non facile. Il desiderio c’era, ma accogliere un cane è innanzitutto una responsabilità. I ragazzi ne sarebbero stati felici, e poi il dobermann è una razza che amo. Poi le decisioni arrivano, quando meno te lo aspetti, così come quando meno te l’aspetti arriva l’amore, o una sorpresa, o un incidente. L’amore, lo dico spesso e lo penso davvero, è in fondo un incidente. Nel volgere di poche ore ho varcato le porte dell’allevamento di Prisconte, una vera autorità in Campania nella selezione dei Dobermann.
Sarà una scusa non richiesta, ma non credo di dovermi davvero scusare di non aver scelto il canile comunale come luogo dove adottare un cucciolo. Il fatto è che un allevamento assicura non tanto e non solo una selezione che riguarda la bellezza del cucciolo, ma soprattutto garantisce uno standard caratteriale. Abbiamo bisogno di un cane semplice da gestire, equilibrato, in grado insomma di integrarsi nei ritmi della vita quotidiana senza grande difficoltà. Sveva si è da subito dimostrata eccezionale in questo.
La vorremmo femmina, marrone, diciamo a Lucia. Ne ho una, l’ultima. L’ultima. Una parola che fa subito del caso un destino: è chiaro che era lei.
Arriva il grande giorno, un giorno sereno, poco prima dello scorso Natale. L’aria limpida e un sole timido di dicembre ci scortano dentro l’allevamento. Sveva è pronta a unirsi a noi. È bellissima. Nonostante un piccolo difetto alla coda ce ne innamoriamo. Non dovrà fare gare di bellezza. Dovrà essere solo il nostro cane. Firmiamo il contratto, saldiamo il dovuto, ci vengono consegnati il certificato di iscrizione all’anagrafe canina e quello di buona salute. Nessuna copia del contratto, una scansione del quale riusciremo a recuperare solo successivamente. Usciamo dal cancello con un passeggero in più. Sveva è con noi, e sarà con noi per sempre.
I primi giorni sono quelli che chiunque abbia mai avuto un cane ben conosce. Ci si gioca, si familiarizza, si lascia che le mani si riempiano dei graffi procurati dai denti da latte, acuminati come spilli. Ed è sempre una emozione portarla in giro, rigorosamente in braccio, giacché prima che siano completate le vaccinazioni è meglio farle evitare le passeggiate. Ogni complimento rivolto al cucciolo è un complimento rivolto direttamente a te. I ragazzi ne sono entusiasti. Sveva è ormai parte della famiglia, e sarebbe già impensabile farne a meno, come se ci fosse sempre stata, come se fosse stata da sempre con noi.
Ma il sorriso si incupisce dopo pochi istanti, auscultando il cuore. Pochi secondi d’attesa, poi sentenzia: C’è qualcosa che non va
Sul tavolo dell’ambulatorio la dottoressa sorride e annuisce. Come sei carina, dice, mentre inforca il fonendoscopio. Ma il sorriso si incupisce dopo pochi istanti, auscultando il cuore. Pochi secondi d’attesa, poi la sentenza: C’è qualcosa che non va. Ecocardiogramma, analisi, altre analisi. Il sospetto diventa concreto.
Sveva non è sana come un pesce. È malata, gravemente malata di una malattia cardiaca congenita. Sveva ha il dotto arterioso pervio, noto come Pda. Pare che, come negli uomini, il passaggio dalla circolazione intrauterina a quella matura si concluda, poche ore dopo la nascita, con la chiusura di una connessione tra l’arteria polmonare principale e l’aorta discendente. In Sveva questa chiusura non è avvenuta, e dovrà sottoporsi a un delicato intervento chirurgico, senza il quale, crescendo, la cardiopatia diverrà sempre più grave, causando scompensi, e la morte prematura.
Una vera doccia fredda, al termine della quale vengono alla mente un sacco di cose, cose che riguardano tutte l’allevamento di Prisconte, e le modalità di acquisto. Noi non abbiamo mai visto Sveva prima della consegna. Ci è stato detto che i cuccioli appena nati non vengono mai fatti vedere prima, per evitare possibili contaminazioni. Nè abbiamo ricevuto mai una foto, una foto sua intendo, ma solo foto dell’intera cucciolata. Qual è tra questi?, chiedevamo. Ma il segreto non si scioglieva: è una sorpresa, ci diceva Lucia, tra un emoticon sorridente e l’altro.
Il dubbio è persistente, agghiacciante: ma all’allevamento lo sapevano? E pur sapendolo, ci hanno venduto un cane così gravemente malato, tutto tacendo, accompagnandolo da un certificato di buona salute? O non sapevano piuttosto niente? E, in tal caso, non era questa una condizione prevedibile, essendo questa patologia tipica della razza, come è facile apprendere anche da una breve ricerca sul web? E quel certificato, rilasciato da un medico veterinario? Buona salute nei riguardi un cucciolo nato cardiopatico, che è già stata vaccinata due volte, e quindi due volte visitata senza l’ombra di un sospetto, nonostante fossero bastati appena pochi secondi al nostro veterinario per incupirsi in volto e rilevare la patologia?
Che ne è dello screening di razza, dei doverosi controlli sulle cucciolate, della stima e della reputazione di cui gode l’allevamento di Prisconte, vera fucina di campioni di bellezza e di lavoro, anche al livello internazionale? Ma no, mi dico, è davvero impossibile: Lucia non sapeva nulla; Lucia ci saprà dare senz’altro spiegazioni; saprà di certo prendersi cura della situazione. E invece no: Lucia apprende la notizia, apparentemente se ne addolora, ma dopo poco taglia corto: riportatela qui da noi, ve ne dò un altro. È quanto prevede il contratto che abbiamo firmato.
riportatela qui da noi, ve ne dò un altro. È quanto prevede il contratto che abbiamo firmato.
Ma non è tutto, non è solo questo il danno. Noi non dovremmo essere lì dal veterinario; non dovremmo essere qui a parlare di questo. Dovremmo solo vivere la gioia dell’ingresso in casa di un cucciolo, dovremmo farle fare le prime passeggiate, per strada e al parco e in spiaggia, e la nostra unica preoccupazione dovrebbe essere solo quella di insegnarle a fare i bisogni fuori casa. Ma non è così, e non sarà così mai più. Ammesso che un futuro ci sia per Sveva, dati i grandi rischi dell’intervento, resterà comunque per sempre un cane molto delicato, nato cardiopatico, che tenderà ad autolimitare, crescendo, la sua naturale esuberanza. Non potrà fare grandi sforzi, niente corse a perdifiato, niente bastoni da riportare indietro, niente fresbee da acchiappare al volo. Sarà la nostra compagna, ma non la compagna che avremmo voluto, e che abbiamo pagato per avere. Ma la soluzione c’è, diamine. Basta riportarla indietro e prenderne un altro. Non è altro, in fondo, altro che un cane.
niente corse a perdifiato, niente bastoni da riportare indietro, niente fresbee da acchiappare al volo
Chi compra un cane lo fa per lo più poche volte nella vita. Gli allevamenti non hanno che clienti occasionali, che come tutti i clienti occasionali sono per lo più sprovveduti. Sanno a malapena a cosa vanno incontro; certamente non sono in grado di difendersi. Mi sento di dare qualche consiglio. Mettete le emozioni da parte. Scegliete il cucciolo, pretendendo di vederlo subito, e di persona. Leggete bene il contratto. Chiedetene una copia in anticipo, per non ritrovarvi a firmarlo al momento del ritiro. Non pagate per contanti, e diffidate se vi viene richiesto. Al ritiro, fatevi accompagnare da un veterinario di vostra fiducia. Se questa mia disavventura sarà d’aiuto anche a una sola persona, non sarà avvenuta invano. Chi lo voglia potrà visionare il contratto (link), per rendersi ben conto di quanto questo sia sbilanciato nei confronti degli interessi dell’allevatore, e di quali siano le prassi di vendita dei cuccioli, trattati dalla legge e da taluni che li allevano esattamente alla stregua oggetti.
In fondo non è altro, nient’altro che un cane.