Crayola Magic Scent: colpo di genio o taroccata d’antan?
Certo, è impensabile ridurre gli anni dell’infanzia ad un solo ricordo olfattivo.
Eppure ci sono gli odori che, dopo una scoperta in tenera età, ricorrono anche negli anni dell’adolescenza e della vita adulta e quelli che, più rari, riemergono solo di tanto in tanto, magari viaggiando o tornando a contatto con determinati spazi e persone. Profumi, piatti cucinati da una certa persona seguendo una determinata ricetta, prodotti per la casa che, in infanzia, non riusciamo a definire nettamente fino a che, in età adulta, non ci accorgiamo che hanno sempre connotato silenziosamente i luoghi che abbiamo abitato.
Candeggina, polpette, un vecchio Chanel e molto altro. Ma non è tutto.
Pochi mesi fa mi sono ritrovata a parlare dei colori che usavo da bambina e mi sono tornati in mente i miei adorati pastelli all’aroma di giacca di pelle, di terra sporca, di bosco bruciato, di macchina nuova, di aria aperta, di borotalco per bambini.
Sì, avete letto bene: aroma di bruciato, di giacca di pelle, di aria aperta, di macchina nuova, terra sporca e borotalco.
Ricordo che avvicinavo il naso ai miei attacchi d’arte su carta per sentire se veramente la rappresentazione di una giacca potesse essere più verosimile grazie all’emanazione di un fantomatico odore di cuoio, o se l’odore di bruciato potesse dar più credito all’incendio che scarabocchiavo.
Ricordo bene che l’odore di “smoke” mi faceva storcere il naso non tanto per l’aroma in sé quanto perché, a quell’età, non si confaceva a fanciulle e fanciulli sniffare con brama taluni aromi.
Eppure mi piaceva, così come il “dirt”, che sapeva di tuffi nella terra dopo la pioggia, il “baby powder”, che mi ricordava i miei cugini più piccoli o il blu “new car” che mi avvicinava a sogni all’epoca proibiti come quello di ruote e motori.
Erano aromi pensati-campionati-riprodotti da adulti, odori che l’adulto che aveva creato quei pastelli aveva selezionato e definito, odori diversi da quelli che incasellavo io ai miei 8-9 anni. La coscienza definitiva dell’odore di pelle -ma anche di aria fresca o di bruciato o di terra e macchina nuova- è arrivata molti anni dopo, forse anche grazie a questi colori che lo scimmiottavano.
All’epoca era come ficcanasare nella vita degli adulti fingendo di essere ancora distratti, ingenui infanti presi dall’arte del colorare. Era un piacere quasi feticista, un esercizio olfattivo basato su suggestioni del tutto artificiali che ha marcato le lunghe estati in Libano.
Il Libano: quel piccolo bengodi dove esistevano falfisicazioni di centinaia di prodotti che hanno fatto sì che, qualche anno dopo rispetto all’episodio dei pastelli al borotalco, io tornassi a Roma con carte dei Pokémon introvabili, mai viste prima e che, per una volta, attrirassi l’invidia di tutti i compagni. Proprio io che, in genere, non sfoggiavo mai nulla di davvero figo.
Ricostruendo l’episodio, ho quindi pensato che i pastelli all’odore di aria aperta fossero l’ennesima taroccata d’antan, di quelle che ora non si trovano neanche a pagarle oro cercando a fondo nel tunnel di Wish. Eppure ricordavo chiaramente che sulla confezione era scritto in modo tutto sommato credibile il nome di una nota marca di pastelli: Crayola. Non poteva essere tutto frutto della mia immaginazione o del genio incompreso di qualche falsificatore degli anni Novanta.
Mentre chi mi ascoltava stentava a credere alla mia storiella sui pastelli al sapor di giacca di pelle, io tormentavo il browser del mio smartphone alla ricerca di qualche evidenza che giocasse a mio favore. Cerco in italiano, in francese, in inglese, fino a trovare questo: il catalogo di tutti i Crayola mai esistiti, diviso per tomi. La mia bibbia estemporanea:
The Definitive History of the Colors of Crayola – Introduction and Table of Contents
Soddisfatta per l’ennesima volta del fatto che, qualsiasi cosa tu stia pensando, qualcuno deve averla già pensata prima di te, sfoglio il catalogo con curiosità fino a trovare quello che cerco: la parte sui Crayola Magic Scent, dove le singole edizioni di pastelli profumati -più che profumi parlerei di “aromi”, in questo caso- sono approfondite e commentate, includendo indagini sulle singole collezioni, sui nomi che vengono dati ad esse o ai singoli aromi, alla scelta del kit. Che lavoro certosino! Scopro che fra le collezioni “food” disponibili ne è stata messa in commercio una con il sapore “macaroni and cheese”.
Purtroppo o per fortuna, la mia scoperta dei Mac & cheese avvenne soltanto molti anni dopo, sempre grazie ad acquisti improbabili nella terra dei cedri. All’epoca, in effetti, mi limitavo a colorare pagine e pagine di marrone, il naso attaccato alla carta per sentire alla fine l’odore della terra e scoprirmi, anni e anni dopo, un po’ la Rebecca di marquesiana memoria.
E voi, cosa pensate dei pastelli all’odor di borotalco per bambini, aria fresca, terra sporca e macchina nuova? C’è del genio o la Crayola ha fatto bene a voltare pagina?