Quando la musica è la vita
Incontrare Valentina Vitti e conversare con lei del suo lavoro e della sua vita privata significa parlare di musica. La sua esistenza è contrassegnata dalla musica o forse sarebbe più corretto considerare la musica la sua esistenza. Gli amici più cari risalgono agli anni di studio di canto e qualsiasi sua attività è riconducibile al canto. Unica eccezione la scelta del compagno di vita, l’amabile e gentile Alessio che esalta la parte pragmatica di Valentina. Dalla nostra conversazione, davanti ad una tazza di thè fumante e profumato è venuta fuori questa intervista. Come è naturale la prima domanda riguarda il suo incontro con la musica. La sua risposta non poteva essere diversa: la musica ha cercato lei.
Il mio incontro con la musica è stato del tutto casuale, proprio come un gioco. Alle scuole medie la mia Prof.ssa di musica, mi propose di fare un provino per entrare a far parte del coro di voci bianche del Teatro Massimo di Palermo, in quanto i maestri cercavano bambini per partecipare ad un progetto che coinvolgesse diverse scuole medie della città per produrre un’opera in musica di B. Britten “l’Arca di Noè”. Io non avevo mai cantato se non per gioco, mi presentai timida a questa mia prima audizione ma i Maestri, Marcello Iozzia e Gianluca Martinenghi, mi notarono e mi scelsero…alla prima prova e insieme a tanti altri bambini, fui catapultata in un mondo magico , divertente, unico, quello della musica corale e da quel primo momento non la abbandonai mai più.
Così per magia o forse per destino la musica esplode nella vita di Valentina Vitti. L’esperienza con il coro delle voci bianche del teatro Massimo di Palermo accende in lei la consapevolezza che quella era la sua strada e di voler assolutamente studiare il canto e per la precisione studiare l’opera e il canto lirico. Così tramite una zia che aveva studiato musica, Valentina, a soli dodici anni, andò per la prima volta, a lezione dalla Prof.ssa Elizabeth Smith. La signora Smith era restia ad insegnare il canto ad una “bambina” ma la caparbietà e la determinazione della piccola, insieme ad un’attitudine naturale e una grande musicalità la convinsero a provarci. E Valentina, oggi parlando della signora Smith Lombardini, ancora dice:
Lei è stata la mia prima insegnante fornendomi le basi tecniche-vocali, costringendomi per ben due anni a fare soltanto “vocalizzi”, all’epoca pensavo per dissuadere i capricci di una bambina, adesso capisco che fosse per non rovinare il “mio strumento”. Ricordo l’emozione quando decise di assegnarmi la prima aria! A lei sono grata non solo per gli insegnamenti tecnici ma anche per avermi trasmesso una certa impostazione mentale nei confronti dello studio e del tempo dedicato al canto. Grazie al suo intuito e alla formazione ricevuta, con il progetto Operalaboratorio, tanti talenti giovani siciliani hanno debuttato in alcuni ruoli nel circuito dei Teatri storici siciliani o al Teatro Manoel di Malta, lavorando con importanti registi e direttori d’orchestra. Successivamente ho frequentato il Conservatorio V. Bellini di Palermo dove mi sono diplomata con la Prof.ssa Antonina Alessi per proseguire con un biennio specialistico in canto barocco sotto la guida della scomparsa Prof.ssa Lavinia Bertotti, del Maestro Luca Dordolo e della Prof.ssa Sonia Prina.
Ma l’amore per il canto e il desiderio di perfezionare sempre di più lo studio hanno spinto Valentina a incontrare il celeberrimo soprano Elizabeth Norberg Schulz con cui ha studiato per diversi anni a Roma e che ha cesellato la tecnica e l’interpretazione vocale. Dopo tanti anni di studio, finalmente il debutto in un Teatro d’opera con il ruolo del Nano Sabbiolino nell’opera “Hansel und Gretel” di Humperdinck al Teatro Massimo Bellini di Catania. Da quel momento la musica ormai è la vita e così cominciano le audizioni, i primi concorsi, la finale As.Li.Co del 2008, fino al debutto al Teatro Massimo di Palermo con il “Feuersnot” di Strauss con la regia di Emma Dante. Mi incuriosisce conoscere l’aspetto emotivo di un cantante quando deve sottoporsi al giudizio in un’audizione e così mi risponde:
L’ansia per le audizioni c’è sempre stata e sempre ci sarà….Non nascondo il fatto di avere già un carattere ansioso di mio e di essere una grande “perfezionista”. Ho sempre pensato che devi dare il massimo già durante lo studio e il perfezionamento di un brano, perché poi arrivata sul palco davanti a una commissione che deve giudicarti, tra l’ansia da prestazione e l’emozione, la performance può comunque alterarsi per motivi che in realtà non dipendono solo da te! Quindi per iniziare un’audizione ho sempre pensato che bisogna eseguire un brano che già padroneggi anche se non si è al top o si è nervosi .
Ecco forse finalmente viene svelato perché la nostra sceglie l’aria di Gilda dal Rigoletto come portafortuna. Infatti Valentina divertita racconta un aneddoto:
Mio padre, che era solito accompagnarmi durante le mie prime audizioni fuori dalla Sicilia, essendo appena maggiorenne, mi diceva sempre “Cantaci U’ Rigoletto” alludendo all’aria ” Caro nome” del personaggio di Gilda che è sempre stato il mio cavallo di battaglia. In effetti con il consiglio di papà e con il timbro della mia voce particolarmente adatta a quest’aria, riuscivo sempre a superare la prima fase dei concorsi o le audizioni!
Ad un certo punto della sua vita le vie del canto si intrecciano con la vita lavorativa e Valentina con successo e con “Caro nome” supera per ben tre anni consecutivi le difficili prove per diventare artista del coro del teatro. Avendo conosciuto sia le esibizioni come solista che il lavoro corale me ne spiega la differenza:
La differenza tra solista e artista del coro per me quasi non c’è… in me pervade lo stesso senso di responsabilità nell’essere parte di un coro o cantante solista. Canto ugualmente con tecnica e cuore adeguando la mia voce alle necessità del gruppo. Ovviamente quando sei solista il caloroso applauso del pubblico è tutto tuo. Come artista del coro l’applauso è condiviso ma avendo scelto consapevolmente di intraprendere questa strada sono ben lieta di far parte di una delle compagini vocali più importanti di Italia, di aver preso parte a diverse tournée insieme al Coro del mio Teatro e di aver riscosso tantissimi successi condivisi con i miei colleghi Artisti del Coro del Teatro Massimo di Palermo.
Questa risposta credo sia la sintesi perfetta della personalità di Valentina: l’entusiasmo, la professionalità e la cordialità. La vita di Valentina come la vita di tutti ha subito un mutamento a partire da marzo 2020 in modo repentino e traumatico, chiediamo come è stato vissuto.
Fino a marzo 2020 eravamo tutti inconsapevoli di quello che stava per accadere intorno a noi…io personalmente, insieme ai colleghi, stavamo provando il Nabucco di G. Verdi che sarebbe dovuto andare in scena di lì a poco. L’improvviso ritrovarci a casa senza lavoro, con contratti perduti e non rinnovati a causa della pandemia, i teatri chiusi e questo silenzio assordante che ci ha accompagnati per diversi mesi, è stato terribile. L’incognita di quando tutto sarebbe tornato alla normalità ci ha attanagliato per tanto tempo fino a quando con l’estate era sembrato che qualcosa si stesse cominciando a muovere, seppur con posti in sala ridotti, distanziamento e mascherine. Per fortuna il nostro Teatro aveva già in tempi non sospetti cominciato a trasmettere gli spettacoli in streaming sulla sua web TV. Da due mesi a questa parte ci esibiamo per il nostro pubblico a casa, dentro un assordante Teatro vuoto che speriamo ritornerà ad essere vivo come un tempo.
Nei momenti di silenzio forzato la musica non può non essere la protagonista dei pomeriggi di isolamento e così insieme agli amici di sempre, ai cantanti Marco Filippo Romano e Giulio Pelligra, la nostra inizia una divertente avventura sui social per parlare di musica e intrattenere.
La mia partecipazione a “L’ora d’arie e duetti” insieme ai miei amici nonché colleghi da un vita, è stata del tutto casuale ed è nata come un gioco….secondo me una figura femminile all’interno di questo appuntamento “facebookiano” era un qualcosa in più e consigliai a Marco e Giulio di potermi inserire parlando un po’ della trama dell’opera che avrebbero affrontato giornalmente…da qui la mia idea di cercare e di associare un aforisma che avrebbe riassunto la puntata del giorno. È stato un modo diverso e simpatico, per trasformare le lunghe giornate del lockdown trascorse in casa .
Il momento di incontro sui social è solo un aspetto per tenere puntati i riflettori sul mondo della lirica ma lo spettacolo dal vivo ha ben altre sfumature sia per i musicisti che per il pubblico. Valentina conosce sin dall’adolescenza l’emozione di esibirsi dal vivo e così possiamo chiederle la differenza: Cosa ti manca dello spettacolo dal vivo?
Con lo streaming sembrerebbe non mancare nulla, c’è il coro, c’è l’orchestra, ci sono i solisti, ci sono i tecnici dietro le quinte che preparano e sistemano il palco…però manca il vero motore trainante dello spettacolo dal vivo: il pubblico, il suono degli applausi finali, quell’energia vibrante che ti fa sentire vivo e che si scatena alla fine di un concerto o di un’opera! Manca l’emozionarsi insieme ai nostri spettatori, con loro e per loro.
E concluse sperando in un futuro prossimo in cui si possa tornare alla vita di prima, che nessuno debba preoccuparsi di entrare in un teatro per assistere ad uno spettacolo, che si possa tornare a condividere il bello, l’Arte, la Musica e l’Opera lirica.
Perché la musica è vita o meglio per Valentina la vita è musica.