Un cane
Black ama il suo padrone e lo accompagna ovunque, un ragazzone che la lotta greco romana ha irrobustito, non ha ancora venticinque anni, ma si sente il padrone del mondo. Spavaldo in un quartiere difficile dove è facile rimanere anonimi, dove l’alternativa è una foto su un quotidiano.
È questo il suo mondo, il quartiere, e ci si può sentire re anche di un piccolo regno. Il quartiere è un formicaio operoso, e se qualche cicala infastidisce, si fa finta di nulla. Black preferisce le formiche alle cicale, nel giardino le segue con lo sguardo quando sbucano dalle sommità dei tunnel e si snodano come piccolo esercito alla ricerca di provviste. Le guarda ipnotizzato incapace di spezzarne le fila ordinate.
Black sa che Walter in fondo è buono e metterà la testa a posto, lo fiuta nell’aria e poi lui lo tiene d’occhio. Il suo padrone crede di essere un duro ma gli riserva carezze e i bocconi migliori, soprattutto apprezza il suo silenzio. Black non abbaia.
Walter non usa il guinzaglio, va contro la sua idea di libertà: se qualcuno ti ama, non hai bisogno di legarlo e Black non andrebbe da nessuna parte. Gli cammina a fianco. Sempre.
Quando Walter vede Anna per la prima volta, è fregato. Black lo capisce all’istante. Anna non è come le altre, Black lo sa, anche se è soltanto un cane. Lei dal bancone del bar degli anziani genitori prende una ciambella di quelle fritte con lo zucchero e la poggia sul pavimento. Black capisce che ha paura degli animali. Walter non la spaventa.
Ha lo sguardo smarrito dei miopi, ma è così bella. Anna non sa di essere bella, non lo saprà mai perché non le importa veramente. Va alle superiori, non ha né un cane, né un gatto tranne quei vagabondi che fanno equilibrismi sul muro del cortile di casa, ma ha due guardiani: il padre e la madre. Questa ha squadrato Walter dalla testa ai piedi e ogni mattino gli dice: il cane può entrare, tu no.
Sarà una guerra che durerà fino alla fine. Black si schiera con Anna da subito. La accompagna alla fermata dell’autobus ogni mattina quando lui, lo spaccone dal cuore di burro, la osserva da lontano. La bestiola le sfiora la gonna con il muso quando arriva il trentaquattro nero, lei non vuole mettere gli occhiali e non riconosce il bus che deve portarla a scuola. Quest’anno si diploma, quest’anno si sposa, quest’anno diventa madre. Il quartiere ha un re, una regina. E Black? Lui è soltanto un cane.