La tortura esiste ancora e Amnesty lo sa
La cosa strana di tutta la faccenda è che nessuno riesce ad essere neutrale, tutti a schierarsi, a prendere partito, a dir la propria e a non riuscire a stare zitto.
Insomma… c’era questo furgone che veniva da sinistra, intendo da sinistra rispetto alla 500 che attraversava l’incrocio Notarbartolo-Terrasanta, che prima dell’incrocio non si chiama Terrasanta ma è via Sciuti, precisamente via Giuseppe Sciuti, pittore! Che prima di diventare famoso, il pittore intendo si capisce, di cognome faceva Sciuto. E quindi se non se lo fosse cambiato a quest’ora tutti quelli che vanno in via Sciuti dovrebbero dire vado in via Sciuto.
E anche quelli che abitano in via Sciuti alla domanda
E tu dove abiti?
dovrebbero rispondere
Sto in via Sciuto
Chi?
E’ un pittore, ‘gnorante, il famoso Giuseppe Sciuto!
Certo, bella forza, è una vita che sta lì, ti sarai documentato onde evitare brutte figure.
Apra grande!
Ahaa…
Ora questo incrocio è regolato da un semaforo, per cui il fatto di provenire da destra o da sinistra diventa pressoché irrilevante. Anzi, è proprio irrilevante e la chiudiamo qui.
Se hai il verde puoi passare, ma se hai il rosso che ti blocca, eh?
Il giallo poi, che a me sembra un arancione, è invece cosa tinta. Se ti spunta a cento, ottanta metri, rallenti e te ne stai buonino prima della striscia; ma anche a cinquanta, e mi voglio rovinare, fino a trenta metri fai la stessa cosa. Ma se quel bel verde splendente di smeraldo tutt’assieme ti abbandona quando ormai l’incrocio te lo sei sentito tuo, e lascia il posto a quel malefico di giallo – diciamo giallo – tu che fai? Freni all’ultimo rischiando di venire tamponato da chi invece intende la variazione di colore ininfluente e vorrebbe transitare ugualmente per andare sbrigare i fatti suoi? Che poi, anche se non dovesse tamponarti – e lo sappiamo molto bene – guardando dallo specchietto tu lo vedi che ti manda vaffanculi a non finire e fatture incancellabili anche dalla maga più potente di tutto il mezzogiorno.
Ahia!
Un po’ di pazienza, abbiamo quasi finito
(Abbiamo… tsè!)
Quindi la cosa fondamentale, quando accade un incidente in un incrocio regolato da semaforo, è di stabilire una e una sola cosa: chi aveva il verde?
La domanda è semplice, ma come fare ad avere la risposta?
In assenza di videoregistrazioni – che quando le chiedi a qualche negoziante lì vicino c’è chi dice che è montata solo per figura, chi che non funziona e sta aspettando da due mesi la ditta e mannaggia a quando ha scelto questi che non sanno mai dove mettere le mani, chi senza l’autorizzazione del titolare non può fare nulla, e vabbè chiamiamolo questo titolare, see quello per ora per lavoro, lui dice per lavoro!, da una settimana è alle Seychelles – ci si affida ai testimoni.
Può risciacquare!
I testimoni? Se fino a un minuto prima ciascuno di quelli che assembravano l’incrocio sapeva perfettamente la velocità di entrambe le macchine, i tempi di frenata e di reattività di ognuno dei due conducenti, appena si intese.
Qualcuno che abbia visto mi può fare da testimone?
E che fu?
Uno aveva, giusto giusto, un improvviso abbassamento della vista, un altro, incontinente,
Scusi, scusi, ma debbo proprio scappar via,
quello che aveva il cognato sul cornicione che voleva suicidarsi la sparò davvero grossa, uno era entrato clandestino nel paese, l’altro aveva le carte macchiate e non era cosa.
Io? Io ero già in ritardo per venire qui!
Ci vediamo la settimana prossima.
Bene, grazie dottoressa.
n.b. Le immagini sono tratte da pexels.com/it-it/ che ringrazio