Il negozio di libri usati
Tra le stradine in salita di questa città così aperta allo straniero c’è una libreria che vende opere esclusivamente in lingua inglese. Ci sono classici, biografie, manuali di ogni tipo, romanzi, libri per bambini. È un posto piccolo ma che riesce a sfruttare al meglio ogni centimetro quadrato.
Le mensole di legno si piegano leggermente sotto il peso delle copertine scolorite, ma nessun posto mi è mai sembrato così simile ai luoghi descritti nei romanzi. Al centro del serpente di legno che si snoda dal pavimento al soffitto vedo una poltrona di velluto messa lì per il lettore indeciso che volesse procedere ad analisi meno fugaci dei libri prima di scegliere cosa comprare.
La proprietaria è inglese, occhiali e occhi chiari, capelli squisitamente bianchi. Lo stesso bianco che hanno le donne che hanno fatto pace con gli anni che passano e hanno deciso di mostrare il loro candore al mondo come una corona d’alloro. È lei che scrive a mano i prezzi sulla prima pagina di ogni libro e mostra le varie sezioni di quell’unica stanza.
Credit: Suzy Hazelwood from Pexels
“Here are the biographies. We don’t do celebrities”. Sorride mentre lo dice. Non hanno le biografie delle celebrità.
Mi è sembrato così perfettamente in linea con quell’angolo polveroso fuori dall’attualità e dai fatti del mondo. Non ci sono celebrità nel negozio di libri usati, solo personaggi inventati provenienti da ogni epoca che convivono con i personaggi storici che popolano le biografie.
A me quella donna sembrava felice: una felicità semplice come quando da piccoli raccontavamo i nostri sogni ai nostri genitori senza mai mettere in conto ciò che la vita ci avrebbe riservato. Esprimevamo le nostre ambizioni con una fiducia piena, estrema, incrollabile. Lei forse da piccola voleva fare la libraia in un posto sul mare.
Siamo abituati ad indentificare i posti sacri con una simbologia particolare senza renderci conto che un posto diventa sacro quando riesce a imporsi in silenzio, senza nessun cartello alla porta che ci metta in guardia su cosa non fare. A me è sembrato un pezzo sacro sfuggito al tempo.
Una storia che non potevo non raccontare.