L’erba del vicino è sempre più verde
Quando avevo fatto il trasloco era apparso dal portone un omaccione di due metri, panciuto, pieno di macchie di cemento e, gentilmente, si era offerto di darmi una mano. Dovevamo salire solamente al primo piano. Avrei abitato proprio nell’appartamento di fianco al suo. Io salivo una scatola alla volta, lui due con grande facilità. In poco tempo avevamo finito. Non avevo tutta sta gran roba da portare.
Sara! Prepara due caffè! – urlò dal pianerottolo in comune.
Ci demmo una stretta di mano come ringraziamento e poi mi indicò l’entrata. Nel corridoio giungeva un buon profumino.
Accomodati – mi disse
Sara si voltò ed eccola lì in tutto il suo splendore. Era bella e ben piazzata. Mi strinse la mano e le dissi di chiamarmi Sal.
Era estate e lei aveva solo un pantaloncino di pigiama e una canottierina senza nulla sotto.
Parlai per un po’ rispondendo alle loro domande, ma poi fu l’ora di andare. Quel gigante doveva tornare a lavoro e quindi lo seguii tornandomene nel mio appartamento a sistemare tutto quanto.
Mantenevo in piedi due, tre relazioni saltuarie. Ognuna delle donne che stava con me era convinta che fosse l’unica.
A me però era rimasta fissa in mente Sara. Perché, come ovvio che sia, l’erba del vicino è sempre più verde.
Sara si voltò ed eccola lì in tutto il suo splendore. Era bella e ben piazzata. Mi strinse la mano e le dissi di chiamarmi Sal
Ci volle poco che finissimo a letto. Il marito era sempre a lavoro e faceva spesso tardi. Non davamo nell’occhio perché ci bastava aprire i nostri portoni e attraversare quei due metri che ci dividevano.
Lui era dedito al cibo e al bere. Quando tornava a casa si faceva una doccia e andava al bar ad ubriacarsi con gli amici. Quando rincasava pensava solo ad ingozzarsi. Io gli facevo spesso compagnia a cena. Che mi invitassero loro o che preparassi io qualcosa invitandoli a mangiare da me.
Sara si appoggiava alla cucina dietro lui e mi fissava ammiccando. Aveva una gran voglia di cazzo, non perché fosse una ninfomane, ma proprio perché lui non glielo dava da chissà quanto.
Quando terminavamo di mangiare voleva che mi sedessi sul divano accanto a lui a guardare ore e ore di sport bevendo birra a più non posso. Nonostante fosse grande e grosso non riusciva a tenere i miei ritmi e, vuoi per l’alcol e vuoi per la stanchezza crollava puntuale ogni volta.
Era a quel punto che io prendevo Sara, la appoggiavo al portone d’entrata, le tappavo la bocca con una mano e la scopavo prima di darle il bacio della buonanotte.
Un pomeriggio eravamo nel letto matrimoniale di casa sua e lei era a pecorina quando sentimmo il furgone arrivare nel cortile e parcheggiare. Allungai la mano verso la sveglia sul comodino e mi accorsi che avevamo fatto tardissimo.
Intanto lui aveva aperto lo sportello e lo aveva richiuso. Io ero saltato giù dal letto cercando di arraffare tutta la roba sparsa per l’appartamento. Lei si stava rivestendo e mi diceva sottovoce di sbrigarmi, ma mica è facile trovare tutto in pochi minuti.
Mi nascosi sotto il letto mentre l’armadio a muro entrò dalla porta.
Tesoro sono a casa – le disse.
Dovevo uscire ma non mi era possibile farlo dal portone perché avrei dovuto attraversare tutto l’appartamento rischiando di farmi beccare. Avrei potuto aspettare che fosse uscito come ogni volta faceva, ma quel giorno tardava a sbrigarsi. Ero cagato addosso perché mi avrebbe ridotto in poltiglia se avesse scoperto che gli scopavo la moglie. Allora decisi che non appena si fosse spostato in doccia io sarei passato dalla loro cucina, uscendo in balcone saltando sul mio.
Sarebbe bastato pazientare ancora un po’ e tutto sarebbe finito nel migliore dei modi. Non avevo preso in considerazione, però, la legge di Murphy. Se qualcosa può andar male, lo farà.
Ebbene sì. Fu proprio così. Quel pomeriggio lui non si mosse da casa. Il tempo passava e io ero ancora rintanato in quel cantuccio. Mi scappava da pisciare, ero nudo e il pavimento freddo mi aumentava il bisogno di farla.
Sara provò in tutti i modi a distrarlo, a convincerlo a uscire, ma non ci riuscì. C’era la partita della nazionale e lui l’avrebbe guardata, come ogni italiano medio, dal suo divano con l’accompagnamento di birra e rutto libero.
A fine primo tempo mi si presentò l’occasione. Con la scusa di svuotare la vescica si alzò e dopo essersi sgranchito un po’ si avviò verso il cesso. Furtivamente venni fuori da sotto il letto e mi incamminai verso la cucina. Sara faceva cenno di sbrigarmi. Feci in tempo a mettermi le mutande che lo sentì dire chiama Sal e digli di venire qui a cena.
Ce … certamente – tentennò lei.
Non avevo preso in considerazione, però, la legge di Murphy. Se qualcosa può andar male, lo farà. Ebbene sì. Fu proprio così
Scattai verso il balcone che intanto Sara aveva aperto. Mi nascosi un attimo dietro l’anta per cercare di lanciare i vestiti da me senza che li facessi cadere sotto. Iniziava a tramontare, ma essendo estate il buio tardava ad arrivare.
Pantaloni, maglietta, scarpe. A uno a uno riuscii a far arrivare tutto a destinazione senza problemi. Poi piombò di colpo lui in cucina e disse che non voleva quel balcone aperto così tanto. Diventai una statua immobile, pietrificata mentre lui armeggiava e fortunatamente evitò di uscire fuori.
Dovevo fare in fretta perché qualcuno di quelli che abitava di fronte avrebbe potuto vedermi. Era arrivata l’ora. Montai sulla ringhiera e mi preparai a fare un salto. Fu allora che successe l’impossibile. Avevo ancora le mani unte di lubrificante usato con Sara per fare le nostre porcate. Provando ad afferrare la mia ringhiera non riuscì ovviamente a tenere la presa.
BADABUM!!
Arrivai sulla cappotta del furgone che lui parcheggiava proprio a metà tra i due appartamenti. Lentamente scivolai per via della mia nudità prima sul vetro fino poi ad arrivare col culo a terra.
Il botto aveva fatto uscire tutti quanti. Non fece eccezione Sara col marito che non poté fare a meno di capire perché ero lì e soprattutto perché fossi nudo.
Figliodiputtana bastardochenonseialtro – urlò schiumando rabbia. Poi saltò giù.
Dieci giorni di prognosi per ematomi, ammaccature ed escoriazioni varie. Mi aveva rottamato ben bene.
Se posso darvi un consiglio dopo questa esperienza, è sicuramente quello di lavarvi le mani con cura dopo aver usato il lubrificante!