Non ne usciremo migliori
Promesso. Qui non si parla di strategie anti Covid, né di analisi mediche, epidemiologiche o virologiche: il numero di esperti in materia ormai sta superando quello del tasso di allenatori di calcio. Rintanati nella nostra ignoranza specialistica, ci occupiamo di una questione collegata, una derivata che più volte ha colpito la fantasia, le tv e i giornali.
Questa pandemia ci renderà migliori, più uniti e solidali, più fraterni? Nella nostra mente si nasconde, con grandissima frequenza, una convinzione: i grandi fatti, le grandi tragedie sono in fondo un lavacro periodico, una catarsi che purifica, che ci fa comprendere che in fondo siamo tutti uno, come appunto dimostrerebbero le grandi tragedie umane. Diciamo che i drammi profondi ecumenici ci dovrebbero spingere a sentirci più buoni, più disposti alla comprensione e alla tolleranza. E questo è vero, per un breve periodo questo fenomeno si verifica. Raccolte di cibo, di materiali, di denaro, molto volontariato. Un grande afflato ci spinge a gesti migliori di quelli quotidiani.
Con gli stessi mattoni si possono fare edifici totalmente diversi; ciò che non cambia è il mattone. Nel nostro caso immutabile è l’umano.
Per quanto antiche possano essere le storie, gli scritti, le tragedie o le commedie, siamo sempre in grado di comprenderle. Altrimenti non si capisce come sia possibile che Sofocle, Plauto o Shakespeare siano facilmente rappresentabili ancora oggi: se l’uomo nei millenni fosse cambiato, quelle di quei geni, sarebbero opere incomprensibili. Ma così non è. Perché quei signori sono dei contemporanei dello spirito, della mente, dei difetti e delle virtù.
Le infinite tragedie che il mondo ha vissuto, dal Diluvio Universale in là, con alluvioni, terremoti, pandemie terribili, guerre perenni, hanno forse smorzato il più incurabile dei mali, l’invidia? Abbiamo mitigato la crudeltà personale, o è sparito il tradimento? E che dire del pregiudizio e del razzismo? E le donne sono percepite come uguali, non tanto sul piano del diritto, quanto sul sentire personale di ognuno?
Dopo la seconda guerra mondiale avremmo dovuto essere tutti fratelli stretti, con circa 70 milioni di morti e con perdite di civili doppie di quelle militari. Qualcuno ha notato un cambiamento? Cosa avrebbero dovuto sentire gli americani dopo le Torri Gemelle? Vi sembrano gli Usa una confederazione più unita di prima? E tralasciamo altri quasi infiniti esempi.
Abbiamo un problema. Battere questa pandemia. Facciamo bene questo, senza illusioni sul futuro prossimo. Ci penseranno storici e sociologi del tempo che verrà.
Foto: @artempodrez