E levat ‘a mascherina! ‘A mascherina gnornò gnornò!
Tra il bicchiere mezzo vuoto e il bicchiere mezzo pieno, ho sempre preferito il secondo. Certo, meglio sarebbe potersene godere uno colmo fino all’orlo, soprattutto se riempito di un vino rosso ben strutturato. Ma io mi fido del mio Pulcinella quando dice che ‘a felicità è quanno t’arricrei ‘e chello ca’ tiene e no ‘e chello ca’ vulisse tené. E così mi faccio bastare la metà piena del bicchiere mentre metto in fila per sei col resto di due alcuni dei pregi che rendono la mascherina un must have irrinunciabile.
Tizio (o Caio o Sempronio, fai tu) sta discettando sui massimi sistemi e il suo bla-bla-bla ti sta annoiando mortalmente. Mettici, poi, che la notte scorsa non hai chiuso occhio perché i tre peperoni ‘mbuttunati che ti ha dato mammà, e che ti sei scofanato a cena, hanno organizzato tra stomaco e intestino un festino a luci rosse che t’ha fatto vedere i sorci verdi. La somma di questi due micidiali addendi è un profluvio di sbadigli che non riesci a tenere a bada. Nel maldestro tentativo di non spalancare le fauci, l’area bocca del viso si contorce in inguardabili smorfie che peggio mi sento. La soluzione si chiama mascherina. E così puoi pure smetterla di fare la figura del maleducato se non ti porti una mano davanti alla bocca.
Hai aspettato tanto questo momento e adesso finalmente siete insieme a cena. Tra una chiacchiera e un sorriso, butti un occhio furtivo al menu. Più vai avanti nella lettura delle portate e più lo stomaco, vuoto dalla colazione, implora pietà. Ma al primo appuntamento non puoi mostrargli un appetito da camionista e perciò, sempre tra una chiacchiera e un sorrisino, ordini una bistecca ai ferri e un’insalata. Dopo aver ruminato la verdurina cruda che fa tanto signorina perbene, ti rendi conto di non poter più alternare i sorrisi alle chiacchiere perché una stronza fogliolina di lattuga s’è presa una sbandata per il tuo canino destro superiore e gli si è avvinghiato come una cozza. La soluzione si chiama mascherina. E così, indossandola con nonchalance, puoi alzarti elegantemente da tavola per raggiungere il bagno dove, nell’intima compagnia del wc, estrai lo specchietto dalla borsa e dichiari guerra alla stronza fogliolina.
Da quando eri bambino, sei affetto dalla sindrome dell’amico immaginario che ti porta a parlare da solo, o meglio a riflettere a voce più o meno alta. Quando cammini per strada e avverti l’irresistibile impulso di intavolare un soliloquio, per non incorrere nell’imbarazzo di essere osservato dalla gente come se fossi pazzo, chiami in soccorso gli auricolari del cellulare e fingi spudoratamente di essere impegnato in una conversazione telefonica. Ma metti che li hai dimenticati a casa o in ufficio? Oppure che ti squilla il telefono? La soluzione si chiama mascherina. Basta mantenere basso il volume della voce e il gioco è fatto. Senza considerare che, parlando parlando, se poco poco senti la ciatella pesante, puoi correre subito ai ripari ingurgitando una dose sufficiente di mentine evitando lo stigma sociale.
E, a proposito di puzze varie ed eventuali, la mascherina merita un encomio particolare perché, sbarrando la strada alla famosa puzza sotto al naso, fa ciaone agli snob.
Accattatavella, ordunque, e coprite bene naso e bocca, m’arraccumann! E se qualche scornacchiato vi induce in tentazione invitandovi a toglierla, non esitate a rispondergli: ‘A mascherina gnornò gnornò!
Crediti immagini:
Foto donna che sbadiglia: creata da cookie_studio – it.freepik.com
Foto insalata: LEEROY Agency da Pixabay