La bilancia si è fissata
Signorsì, va bene, ammetto:
sono stato pazzo, il mese scorso,
a volermi misurare il peso detenuto.
Ho una piccola bilancia in bagno
ma neanche rimembravo
fosse regalo o incauto acquisto,
tant’è che la guardai sorpreso:
scordato avevo dove fosse
quell’oggetto piatto
e senza alcun bottone.
Curiosità mi prese,
o forse fu spirito di sfida?
Ma sapete tutti come queste cose vanno,
e perciò vestito di mutande ci salii.
Il suo responso fu assurdo e inopportuno:
cazzarola, ottantaquattro e uno!
Ma come ottantaquattro?
E tutta l’attenzione che ci pongo?
Non coniugo più la pasta con il pane,
ho detto addio a tutti gli insaccati,
dei formaggi non ne so più nulla,
gli alcolici li ricordo a malapena,
tant’è che non fanno più pendant con il mobilio.
Giusto solo un bicchierin di vino,
e solamente a cena,
corse e corsette appena posso,
mi manca solo di andar al cicloraduno,
e allora, stu cavolo di ottantaquattro e uno?
E va bene, dissi tra me, mi darò da fare!
Sono andato giorni e giorni a piedi,
la macchina mi scordai di possederla,
col cane ho fatto passeggiate di due ore,
e perciò a mo’ di sfida risalii
su quell’oggetto piatto che misura.
Non so se abbia indovinato già qualcuno,
ma porca puttana, ancora ottantaquattro e uno!
E che fò mi do per vinto?
Colazione rinforzata, quella sì,
ma a pranzo pasta niente più,
a merenda solo grissini e neanche a volontà,
così a cena mangiavo la metà.
Venti giorni sono ormai passati,
così risalgo su quella piattaforma giuda:
oramai a ignorare la tragedia, io penso,
non sia rimasto più nessuno,
ma l’ago maledetto, dopo aver tergiversato,
si ferma ancora a ottantaquattro e uno!
Ma vaffanculo, cosa vorresti dirmi,
che quello che ho fatto in questi giorni
non ha per te niuna importanza?
Questa non è falsità, è malacreanza
e ha tutta l’apparenza di una presa per il…
per il… esatto per la panza.
Comunque sia, bando alla mia ira
posteggio pure l’ascensore:
a scendere otto piani non è gran cosa
ma è nel risalirli tutti che vorrei vedervi in fila!
Povero cane,
lui si che si sta asciugando,
quasi quasi peserei anche lui.
Comunque adesso son convinto,
ma sì è cosa ormai sicura,
non può essere che ancora,
dopo tutta sta fatica,
il numero indicato possa essere di nuovo
quanto quello di Kathy Bates, di Misery,
nel millenovecento e novantuno.
Ma a quella cosa frega?
Mi segna ancora ottantaquattro e uno!
E quindi non fu disperazione ma solo contrappasso,
ho iniziato a mangiar di tutto e dappertutto,
a bere birra e a strafogarmi di bucatini arriminati,
e non è che in questa mia città
ci possa essere lo scanto
di non trovare quello che ti aggarba:
quanti Street food mi son girato,
e quante robe nostre che non mangiavo più?
Ma dopo un mese di bagordi,
con la pancia tendente alle ginocchia,
indovina quanto mi ha segnato
quella bilancia maledetta
quando ci son salito sopra?
L’urlo è stato inteso anche a Belluno,
perché, cornuti dei padri ora ci vuole:
non mi spuntò ancora ottantaquattro e uno?