Ragione e sentimento. Una giovane donna di fronte a una scelta importante e i segni che l’aiutano a tentare la sua strada. Perchè in fondo, se abbiamo coraggio, quello che dobbiamo fare lo sappiamo già. Senza doverci interrogare troppo.
“LETTURA TAROT”, recita la scritta sulla porta di noce scuro. Lavinia guarda il cartello ipnotizzata, a metà tra l’istinto di fuga e quello di spingere proprio sul punto del cartello ammaliatore, precipitarsi dentro urlando la sua angoscia, nella speranza di trovare una soluzione, finalmente. E’ bella, quella scritta : a rilievo, oro in campo blu. Sinuosa, sembra una sirena immersa nel suo mare.
Alla fine si decide a bussare, discretamente, con grazia. La grazia che le appartiene da sempre. Stavolta vince il lato intuitivo. È dei Gemelli, Lavinia. Abitata da due anime, spesso in conflitto tra loro. Una razionale, tranquilla, misurata, metodica. La parte che le sceglie i vestiti e i capelli, un bob biondo cenere ordinato e lucido, tailleur e occhialini tondi senza montatura poggiati sul nasino puntuto e lungo, che le dà l’aspetto di un segugio triste. Il gemello pazzo un giorno l’ha convinta a guarnirlo con un vero brillante piccolissimo, il giorno che era stata assunta come praticante nel prestigioso studio legale milanese di alcuni amici di famiglia. Ma lei è brava davvero, non la solita raccomandata. Piccolo da risultare impercettibile a un occhio poco attento, quel brillantino rock, per non urtare la sensibilità dei datori di lavoro tromboni e dei facoltosi assistiti. Ama le cose che brillano, Lavinia. Per questo è così attratta dal cartello. Ci passava davanti da mesi; lo studio esoterico è sullo stesso pianerottolo dell’appartamento dei genitori, che va a trovare regolarmente. È una brava figlia, lei. Un’unica figlia.
Lo studio è aperto da quasi un anno. Prima di decidersi a prendere appuntamento aveva indagato su internet, visti i video di presentazione e le pubblicità. Gli occhi azzurri e diretti dell’operatore sembravano in grado di reggere il peso di quei dubbi da sciogliere, le trasmettevano fiducia. Ed ora è lì davanti, col gemello pazzo che sorride seduto sulla sua spalla e l’altro serio che le tira i capelli per farla tornare indietro. Ora è lì davanti … mamma e papà coccolati e salutati. Ha due ore di tempo prima di tornare a casa ad occuparsi della cena per Stefano, il suo ragazzo. Capricorno, ingegnere edile, grigio e solido come cemento armato. Vivono insieme da due anni. Stefano è l’unico che tiene a bada i suoi neuroni impazziti, da doppia istantaneamente ritorna una. Quella che piace a lui. A lei piace sperimentare per loro il suo dono per l’alta cucina e lui, ovviamente, apprezza. C’è una promozione in vista, per Stefano. Scattata quella, si potrà pensare al matrimonio. Tutto previsto, calcolato al millimetro. Che bello… se non fosse per quella iena tentatrice della sua migliore amica, che la trascina sempre verso la parte folle… Lavinia ridiventa doppia, quando è insieme a lei. Anzi, una, nessuna e centomila e si diverte un sacco. Ma lei ha sempre sognato i figli, una famiglia. Stefano è già la sua famiglia. Non potrebbe vivere senza di lui, neanche è capace di immaginarsi se non accanto a lui; lei, segugio triste. Si accorge che sta esitando, persa dentro i pensieri, rischia di fare tardi, così. Bussare non ha prodotto risultati allora suona il campanello e la porta ha uno scatto elettrico, si apre. Entra con gli occhi bassi, risuona un: “Prego cara, puoi entrare!” Una voce chiara, dolce, rassicurante.
Non sa perchè, la immaginava diversa, più gutturale, da vecchio saggio alla Mago Merlino, anche se dai video si intuiva fosse giovane, in realtà. Aveva la barba, adesso no. Entra guidata e stordita da un incenso buonissimo, le narici del naso ingioiellato fremono per un secondo. “Ti piace, è Palo Santo” interviene il tarologo, “aiuta la serenità e la concentrazione”. Non gli è sfuggito il movimento. “Siediti qui di fronte, non incrociare braccia e gambe, fai un bel respiro e raccontami, quando sei pronta, perchè sei qui…ma prima guardami in faccia, please!”
Lavinia si siede davanti a lui intorno al tavolino, rigida come un automa. Con un notevole sforzo alza lo sguardo castagna e si sente come la bimba di dieci anni davanti alla madre superiora, durante gli esami di quinta elementare. Una perfetta idiota. È giovane, sì, avranno una decina d’anni di differenza. Sarà abbastanza preparato? Ha un brivido di disappunto per aver fatto un pensiero “alla Stefano”, possibile che già la influenzi così tanto, dopo soli due anni di rapporto? “Io sono Luka, con la K.”, sorride. “Mia madre è di Belgrado”. Pausa filosofica, poi le punta le iridi azzurre in viso attraversandola come una nuvola di fumo: “Leggo i Tarot da 20 anni, ne ho 42. Ti puoi fidare”, sorride. E Lavinia da fumo si riduce in cenere, per la sorpresa e la vergogna di essere stata scoperta a dubitare di lui. Per farsi coraggio fissa la finestra socchiusa alle spalle dell’operatore, da cui intravede l’inizio di un tramonto. Le pareti scure della stanza spoglia ed essenziale si colorano di ambra e magenta, le si scalda il cuore tanto da iniziare a raccontare senza neanche fermarsi a riprendere fiato. Giovane avvocatessa in carriera con la passione per l’alta cucina specializzata in dolci della tradizione italiana e torte scenografiche. Fidanzata e innamorata da due anni di Stefano, aitante e rampante ingegnere di fresca importazione, per cui nutre anche una grande ammirazione.
Partito da terra calabra con la valigia da emigrante piena di sogni e progetti ambiziosi e arrivato a Milano, si era laureato nei tempi in ingegneria edile col massimo dei voti e aveva ottenuto con le sue sole forze un buon lavoro a tempo indeterminato. Invece lei è stata sempre una figlia di papà, unica erede di professionisti coccolata e programmata fin da subito verso una vita senza scossoni e tutta in discesa. Laurea in giurisprudenza nei tempi regolamentari, attualmente praticante e presto giovane e orgogliosa moglie di serio professionista.
Da bambina ha fatto nuoto, danza classica, pianoforte, girl-scout, e corista parrocchiale. Ora la sua unica occupazione oltre il lavoro e Stefano e le torte sono le uscite al cinema e lo shopping con la Cinzia, amica di liceo che aveva preferito studiare alla scuola interpreti ma che non aveva mai abbandonato, negli anni. Un essere più diverso di lei al mondo non poteva esistere, eppure si adoravano. Uniche passioni in comune, l’acqua e la cucina. Lavinia e Cinzia. Ora il suo “problema”. Un giorno si era presentata da lei al lavoro come una furia, quindi come al solito e le aveva detto: “È fatta, ho venduto la casa al mare dei miei!!!” Cinzia dai riccioli scuri e dagli occhi di alabastro è di origini sarde. La casa dei genitori un gioiello sul mare più bello del mondo, certo che l’aveva venduta subito. “E quindi, Lavi, ora o mai più… sono mesi che tormento i parenti a Brisbane per trovarmi un ristorantino da avviare e pare che ci siamo. Perfect timing, vedi? Che poi mi ero già rotta di fare la guida turistica ai turisti giappo e anche di quella palla di Marco con le sue paranoie…eh dai, che il mestiere di avvocato non ti piace per niente, lo hai fatto per seguire tuo padre , ma io e te siamo artiste, amica mia. Artiste della cucina. E anche tu con Stefano, dai… già fate una vita da nonni pensionati, ancora prima di matrimonio e figli. Figurati dopo, che palle… non ci prendiamo in giro. La nostra vita è lì, col sole tutto l’anno, a deliziare quei pirla arricchiti con la cucina italiana. Ma senza di te e il tuo genio per i dolci e senza te l’amore mio carissimo, dove me ne andrei? Coraggio, lo sai che che ho ragione, sei una sorella per me, ti conosco a memoria, Laviiii!” Ecco, Luka, la mia domanda, conclude con un filo di voce: “Cosa devo fare, seguire la mia amica in capo al mondo per questa folle avventura e lanciarmi a fare quello che sicuramente amo di più, cioè cucinare o continuare la mia vita qui, col ragazzo che amo,le prospettive di carriera, vicino ai genitori e dedicarmi a quello che da anni era il mio progetto di vita? Quello che credevo, fino a due giorni fa, fosse il mio destino?”
La solita storia. Ragione e sentimento. Sempre contrapposti dentro la sua anima lacerata. Nel raccontare Lavinia si tormenta le dita, intrecciandole fino a farle diventare viola. Luka le prende le mani e gliele appoggia sul tavolo tra loro. “Basta parlare, ora. Respira. Rilassati. È tutto chiaro, concentrati sulla domanda, se vuoi chiudi gli occhi”. Lavinia segue volentieri il consiglio. Ad occhi chiusi, sente il rumore secco delle carte che si mischiano più volte, e planano sulla superficie di cristallo. Fuori ha iniziato a piovere piuttosto violentemente. E tira vento, anche. Lavinia rimane ad occhi chiusi, concentrata sui suoni. Le carte sibilanti, la pioggia contro i vetri, la voce calma di Luka. Parla, si ferma a riflettere, poi ricomincia: “Si vede tutto qui. Sono usciti molti arcani maggiori, e ci siete tu e la tua amica. Tu sei l’appeso, chiaramente, ci sono molti rischi , anche se le vostre capacità sono notevoli. Ma qui vedo una Maison Diev, uhm… e un dieci di spade capovolto, mi sembra un’impresa disperata … ”
Lavinia immagina ad occhi chiusi tutti i personaggi, l’Appeso, la Regina di Coppe, il Re di Denari che brandiscono spade e si gettano da una torre. Ora l’angoscia la domina completamente. “Facciamo una stesa chiarificatrice”, dice Luka. A quelle parole lei apre gli occhi e osserva le sue mani veloci dialogare con le carte ma un colpo di vento fortissimo spalanca i vetri della finestra. Da una mensola lì accanto un cappello da cowboy texano prende il volo fermando rovinosamente la sua corsa sulle carte tra le mani del tarologo. Lavinia ha uno scatto di terrore. Improvvisamente si chiede cosa stia facendo lì, lei così razionale e concreta che a queste scemenze non ha mai creduto, in fondo…. ci si è messo pure il tempo a ricordarglielo. Luka ride, con una mano le aggiusta il cappello sulla testa: ” se è venuto da te, ovviamente ti appartiene! Intanto qui mi è uscito il diavolo…” E poi c’è un casino di carte per terra, miseria… aspetta che le raccolgo… ” “No, no… grazie, non importa… devo andare, è tardi… ” piagnucola lei. “Magari torno un’altra volta, ora non me la sento…” Luka prova a fermarla ma lei è fuggita, con ancora su il cappello.
Tre mesi più tardi, il suono del telefono la sveglia in piena notte, lei tiene sempre il telefono acceso per via dei genitori anziani. “E’ un prefisso straniero. Istintivamente, risponde: “Si?” “Lavinia, sei tu…?” Sono Luka, ricordi? Il tarologo… quanto ho aspettato che tornassi per finire la lettura, poi quando mi sono deciso i tuoi genitori, quelli che ho scoperto essere i tuoi genitori mi hanno detto che eri partita … quindi non mi hai dato retta! Brava!” “Sei arrabbiato con me…? Rivuoi indietro il cappello? Non ti è arrivato il bonifico…? “, risponde preoccupata. “Non ho avuto il coraggio di tornare, mi ero troppo impressionata, poi ho pensato che non potevano essere delle stupide carte, senza offesa, a decidere della mia vita … e alla fine ho deciso. Ho scelto la persona e la vita che amavo di più. In fondo basta essere onesti con se stessi e le risposte vengono da sole, no?” Luka ride, è contento di sentirla così loquace e serena, finalmente. “E il tuo Stefano, è venuto con te?” “Figurati, secondo te avrebbe lasciato un posto d’oro e le sue ambizioni e i suoi duecento parenti in Calabria da andare a trovare in estate e a Natale e la sua dipendenza da smog per seguire la mia follia?” Ora Luka ride più forte. È anche ironica e spiritosa. “E poi lui odia l’inglese… È tanto bello, equilibrato e intelligente che un altro angelo della casa lo trova di sicuro”. “Sei felice, tu ?” “Si, molto. Faccio quello che mi piace fare e gli affari vanno bene, abito di fronte al mare, l’allegria di Cinzia non mi fa sentire sola mai, e quando ho nostalgia dell’italiano chiacchieriamo anche tutta la notte e lei mi canta i cantautori. Ha una voce bellissima, mi dispiace per i miei ma alla fine hanno capito, la loro piccola è cresciuta. Anzi, li sto convincendo a raggiungermi. Qui lo spazio non manca, perchè non vieni anche tu a vedere come ci siamo sistemate? Qui non c’è il tempaccio di Milano, dai. Quando vieni ti faccio la tua torta preferita… ”
Ride, Luka. Da migliaia di chilometri. “Ooooh, così finiamo la lettura!”