Musica, arte immortale
La musica classica è un bene inestimabile senza spazio e senza tempo. Narra, tralasciando le parole consentendo all’ascoltatore di catapultarsi in mondi antichi e contemporaneamente attuali accantonando per qualche ora i ritmi frenetici che la nostra quotidianità impone. Ciò che ha gentilmente donato la sessione di fiati dell’Orchestra Scarlatti è un susseguirsi di melodie cotonate e soavi, scritte illo tempore da vari compositori del calibro di Beethoven, Salieri, Strauss e Dvořák; opere d’arte, intime serenate, la cui descrizione sfiora l’impossibilità. La potenza di queste esecuzioni interseca le anime di chi ha scritto, di chi suona e di chi ascolta in un’unica sinusoide dalle onde variabili, che oscillano tra visioni personali e sensazioni comuni. Le armonie raccontano storie ed ogni ascoltatore può vivere un film soggettivo semplicemente chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare nell’introspezione del proprio io, della propria esistenza e delle proprie associazioni mentali. Suoni dolci che trasportano verso distese di prati nordici, donano la sensazione di camminare sereni negli splendidi giardini austriaci inondati dal magnifico profumo di pioggia fresca. Il pentagramma poi si increspa spostando l’attenzione verso preoccupazioni, imprevisti e tensioni che, allora come adesso, caratterizzano l’esperienza di ognuno di noi, senza esclusione di colpi. Tornano poi al tepore di casa, all’appagamento notturno, alternando tempeste emozionali che infondono forza, vitalità e coraggio, ma anche spensieratezza e gioia finché non fanno capolino vibrazioni solenni ed a tratti tenaci, ma mai irruenti.
A dirigere l’orchestra il famosissimo clarinettista Gaetano Russo, orgoglio napoletano, maestro non solo nel trasmettere la sua vastissima conoscenza, ma anche la sua infinita passione, comunicando con gentilezza quanto sia difficile il ruolo del musicista classico soprattutto a Napoli, che resta una delle uniche città italiane, ma forse di tutto il mondo occidentale, in cui l’orchestra non viene riconosciuta come patrimonio culturale cittadino.
Partenope ha una delle più importanti ed antiche tradizioni musicali a cui appartiene persino una scala, chiamata appunto “scala napoletana” ed una improvvisa tristezza assale quando si pensa che proprio Napoli non possiede un’orchestra stabile, pur avendo uno degli istituti scolastici migliori al mondo “Il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella” ed uno degli ensemble più forti composto da ben 110 elementi, tutti con spiccate capacità soliste.
Non può non fare capolino un sentimento di forte gratitudine verso questi musicisti che con dedizione e non senza difficoltà, vivono la loro quotidianità applicati nell’impegno che la musica classica richiede perchè consentono di viaggiare pur non spostandoci di un solo centimetro e suscitano ogni stato di coscienza possibile, non vivendo in quel momento altro tipo di esperienza se non quella uditiva. Se poi l’incanto avviene dal vivo, non ha eguali.
Ringraziamenti:
Ufficio stampa nella persona di Marco Calafiore
Il direttore artistico Gaetano Russo
L’Università degli studi di Napoli Federico II