Cantami o diva
Davvero intensa è stata l’emozione provata nel varcare il cancello di Villa Margherita-Teatro Giuseppe di Stefano. Era la prima volta, dopo tanti lunghi e silenziosi mesi, che tornavo ad assistere ad uno spettacolo dal vivo
della mia tanto amata opera lirica. La musica non si ferma e gli organizzatori del “Luglio musicale trapanese” in questa “strana” stagione lirica “covid”, con impegno ed amore per la cultura, hanno confezionato un prodotto di alta qualità. La platea rispettava le regole del distanziamento rendendo paradossalmente più intimo e partecipato il
pubblico. La sinfonia della Norma introduce l’ascoltatore sottolineando in maniera suggestiva i contrasti fra i caratteri e le psicologie dei vari personaggi; la scelta del direttore d’orchestra Andrea Certa ha interpretato la partitura mettendo in risalto la parte finale in sol maggiore accompagnando lo spettatore in un’atmosfera elegiaca e intimista grazie anche all’utilizzo dell’arpa e dei fiati.
La bacchetta di Certa si accoppia perfettamente all’intenzione di Raffaele Di Florio che ha curato la regia oltre che le scene e le luci. Gli alberi secolari nel giardino che fanno da naturale scenografia così come la scelta obbligata ma intelligente di schierare il coro in fondo al palcoscenico insieme a semplici attrezzi di scena che impegnavano le mani dei cantanti annullandone il “distanziamento” hanno completato i movimenti di scena mimetizzando perfettamente tutte le difficoltà che la normativa anti covid impone. L‘ingresso in scena di Oroveso e prima ancora il gioco delle immagini in negativo proiettate sui pannelli di proscenio mi riconducono ad una visione wagneriana del dramma della sacerdotessa celtica. Cogliere nel libretto e nella musica di Vincenzo Bellini la vera essenza dello Sturm und Drang denota la sensibilità di ricollocare il cigno catanese nel firmamento degli artisti del Romanticismo. Desirée Rancatore è tornata a vestire i panni di Norma, uno dei personaggi che predilige in questa
stagione della sua carriera. Il legato e lo stile belcantista vengono ottimamente espressi nella celeberrima preghiera alla luna sottolineati da fragorosi applausi alla fine dell’aria “casta diva”. Debuttava il ruolo di Pollione il tenore Giulio Pelligra . L’impervio ruolo tenorile viene risolto con padronanza dei mezzi vocali sia nel registro centrale che in quello acuto. Il tenore è ormai maturo per questo ruolo grazie al suo repertorio “donizettiano” e del primo Verdi che lo hanno visto protagonista vincente nei teatri. Morbida e calda la voce Alessia Nadin perfetta Adalgisa così come la tradizione prevede per il ruolo.
Completano il cast con professionalità e competenza Simona Di Capua e Saverio Pugliese. A Trapani la musica e la creatività ancora una volta hanno avuto la meglio sulle difficoltà e lo sconforto di questi ultimi mesi lanciando un messaggio incoraggiante a tutto il comparto artistico nazionale. Spettacolo godibilissimo sia sul versante vocale che ancor più su quello motivazionale. Cantami o diva ha squarciato le tenebre di un oscurantismo culturale conseguenza di una emergenza sanitaria e di una miopia politica.