Cinque orizzontale
La prima volta che la vidi era grande quanto una capocchia di spillo e non lo dico tanto per liquidare in fretta la faccenda, era davvero di quelle dimensioni. Roba che avrei potuto grattarla via dal muro mentre finivo il cruciverba, ma ahimè ero tutto preso da un 5 orizzontale che mi chiedeva con assillo cosa mai in salmì si usasse cucinare.
Ora, per uno che ha fondato il suo sapere sulla Grande Enciclopedia del Grande Blek come il sottoscritto, solo una cosa si cucina in salmì, come il professore Occultis insegnava, per cui ci andai tranquillo, sicurissimo di riempire le cinque caselle che mi aspettavo di trovare e mettere sul fuoco una lepre giusta giusta:
L-E-P-R-E ! Cinque sono e non si può sbagliare!
E invece ne contai otto!
Otto?
Cos’altro cazzarola potrà mai cucinarsi di otto lettere, in salmì?
Perciò uscii pazzo con gli incroci: colori, nomi, cose, fiori e città; insomma me la levai di mente e alla macchietta non ci pensai più per quella sera.
L’indomani, sì credo proprio che fosse l’indomani, l’occhio mi ricade nello stesso punto e subito ricordo; mi alzo controvoglia dal divano staccando gli occhi dal magico Calvino con cui mi stavo rinfrescando il cuore e… porca zozza, adesso è grande quanto una palla questa macchia! Ma da dove può venire? Qui sembra tutto a posto, sopra non ho nessuno, è una villetta solitaria e tubi non ne passano. Muffa, umidità, effetto serra? E tutte queste cose giusto dentro casa mia?
Domani mattina chiamerò l’indoratore; quello è bravo e in mezza giornata è capace di rifarmi la parete, e la farà più bella; la faccio fare rosa, di un rosa tenue che mi ingentilisca. L’indomani lo chiamo e mentre descrivo il mio problema guardo verso l’ex macchiolina.
E salto dalla sedia! Porca puttana, adesso è mezza parete, altro che palla!
la faccio fare rosa, di un rosa tenue che mi ingentilisca
– Guardi, venga subito perché qui un guaio grosso ci sarà, la macchia è diventata un po’ invadente, non vorrei che mi prendesse tutta la casa!
– Sto dipingendo la facciata al parroco, le mando un operaio e poi vengo a controllare di persona.
Meno male, questo fatto mi sta inquietando alquanto, magari adesso cerco in rete qualche caso analogo: di solito uno che ti aiuta si trova sempre, anche se non ti conosce, né tu conoscerai in tutta la tua vita.
Quando arriva il tinteggiatore la macchia ha già invaso tutta la parete, ha occupato il pavimento con almeno quattro carri armati come a Risiko e sta per assediare l’altro muro e il tetto stesso.
– Ma mi scusi – dice l’omino – lei ci ha detto di una macchiolina, di una cosina da ricoprire con una passata di antimuffa, ma qui ci vorrebbe addirittura un esorcista.
L’operaio si rende conto che non so che cosa fare, anzi che non so che cosa dire, e allora chiama al cellulare il suo capoccia.
– Stanno venendo tutti qua – mi dice dopo che ha chiuso – anche il parroco con l’acquasantiera.
Ma il tempo che tutta quella brava gente impiegò per arrivare, servì alla macchia per ultimare la sua opera dentro casa mia ed uscirsene fuori, sul marciapiede, giù in strada e poi su per la collina, a pittare cose e case tutt’intorno. Insomma nel giro di due ore il piazzale fu invaso da pompieri, esercito e civile protezione.
Qualcuno pensò che si potesse trattare di un aspetto della globalizzazione; il mondo stendeva un velo su se stesso, sui ricchi e poveri, su nord e sud, a oriente come ad occidente.
Una domanda forse più seria era come mai tutto fosse iniziato nel mio tinello: capito quello, secondo gli studiosi, si avrebbe avuto la chiave del mistero. Trovare la serratura dove infilarla, quello sì che sarebbe stato un vero problema.
Poi una sera mentre ero a un talk show di respiro nazionale – già che c’ero ci avevo scritto un libro – insieme ad altre news si seppe via satellite che la Macchia Magna pressappoco su Sapporo si era riunita con se stessa, girando intorno al mondo nei due versi.
Abbozzai una pausa ad effetto, non so quanto riuscita, e cosciente che da quel momento non mi avrebbe invitato più nessuno, azzardai:
– Direi che questa è la fine del problema!
E me ne tornai a casa a finire il cruciverba. Mi era venuto in mente di metterci un leprotto di otto lettere, altro che lepre, in quel maledetto 5 orizzontale!