Furto 9 – Cara amica mia
Cara amica mia, stanotte ti ho sognata.
Ti ho vista accucciata ai piedi di una scala a chiocciola, il pavimento bianco, tu in camice e mascherina, gli occhiali appoggiati a terra, una mano fra i capelli, l’altra a reggere il tuo peso.
Ti ho vista stanca, provata, ingobbita, ingabbiata, assorta in un limbo fra ciò che stai vivendo e l’inconsapevolezza che tutto finirà.
Ti ho vista a casa tua, sul tuo divano, le gambe ancorate al corpo, una coperta ad abbracciarti come a voler tornare nell’utero di tua madre, come a voler sentire addosso l’acqua del mare e avere caldo.
Ti ho vista camminare a un centimetro da terra, lì nei reparti in cui ti hanno chiamata, silenziosa e invisibile.
Ti ho vista raccogliere cellulari, portafogli, foto, bracciali, orologi, toccarli e sentire attraverso i guanti le storie di chi ha lasciato la vita su un letto di un ospedale, le storie di chi ha sperato fino alla fine di tornare a casa e sentire l’odore di Marsiglia delle lenzuola appena lavate.
Ti ho vista bloccarti, per un attimo, solo qualche secondo, e respirare attraverso il filtro della ffp3, decomprimere, provare a gonfiare pancia e coraggio e guardare negli occhi le famiglie, consegnare un ricordo strappato che tu, amica mia, vorresti colorare di mille sfumature, come le tele che dipingi col pennello dell’anima.
Ti ho vista ad occhi chiusi, appoggiata al muro, chiedendo alle lacrime di stare al loro posto e non pretendere di scorrere sul tuo viso così scarno, così profondo.
Ti ho vista piccola, in piedi davanti a tutta la classe, ripetere la poesia che ti era stata assegnata, fiera e caparbia, tornare al posto e appoggiare i palmi della mani sul banco, scaricando la tensione, provando a cercare gli errori commessi, inesistenti, ma per te inevitabili.
Ti ho vista amica mia, ti ho vista ed è stato come toccarti, come a voler togliere quel velo di malinconia che ti ha vestita, come a volerti scuotere, e abbracciare, e calmare, e consolare, e ridere insieme, e andare oltre la sensazione di impotenza.
Cara amica mia, stanotte ti ho sognata, eri assorta in un limbo fra ciò che stai vivendo e l’inconsapevolezza che tutto finirà, perché sì, amica mia, tutto finirà, tutto finirà e sarai libera di aprire gli occhi e lasciarti andare.