Enzo e Lucia. Quando il gioco non dura poco
“E tu cosa ricordi? Non diciamo niente, si romperebbero anche le parole” (Tazze da tè, P.L. Bacchini)
Lucia “dei quiz” guarda nel vuoto, incredula, sconfitta. Perfino lei, campione dei campioni del gioco milionario alla tv, era caduta all’ultima domanda, come una principiante. Il presentatore patinato, dopo un nanosecondo di sorriso empatico, ha indossato il ghigno del cacciatore di trofei; ora esibisce un finto lamento di dolore e delusione per la sfortunata concorrente che nelle settimane tutto il pubblico da casa e in studio aveva imparato ad amare. Questo fallimento, con tutti i soldi che si portava via, decideva per sempre il fallimento di una vita, la negazione di tutti i suoi progetti. Ma no, la faccia dietro la steadycam con il suo occhio crudele e importuno proprio non se l’aspettava. Non poteva essere altro che uno scherzo della mente affaticata, un’esitazione durata il minuto fatale per farla andare fuori tempo massimo. Un altro subdolo colpo del destino arrivato da quella specie di fantasma che ora le sta di fronte. Quando le luci si spengono sulla sua miseria la faccia non scompare, anzi, rimane lì a guardarla, a lungo. Crudele, importuna. Lui apre le labbra, si presenta con un nome che le sanguina in mente da trent’anni. Un suono semplice, antico e piccolo come il loro luogo natìo; mite, come le estati passate a raccontarsi sogni, anacronistico e fuori posto, come lei. Poche sottili linee intorno ad una luce verde e una coda stopposa di fili argento sulle spalle. Non è cambiata tanto, quella faccia. Poi c’è una mano che prende la sua, inerte. Potrebbe sollevarla tutta intera, quella mano. A quel contatto le scendono le lacrime, la picchiano i ricordi, e le domande scorrono libere
Dov’eri, tu, quando da sola lo gridavo, il tuo nome, quando ti odiavo perché aspettavo di chiedere perdono? Adesso resti qui a fissarmi, con gli occhi che i miei figli non hanno visto e non hanno preso… mi ripeti quel nome e scoperchi il mio sepolcro. Ma restano solo in mente, quei pensieri.
Quasi senza accorgersi comincia a stringere forte quella mano. Le lacrime si fermano, si fermano i rimpianti.