Sorrisi nascosti
Sono andata a fare la spesa. Eravamo in tanti, tutti in fila, aspettando il nostro turno. Con i visi parzialmente coperti dalle oramai quasi consuete mascherine.
Davanti a me, a un metro di distanza, una signora mi ha sorriso; me ne sono accorta perché i suoi occhi sono diventati più piccoli e io mi sono sentita compresa e meno sola.
“Dobbiamo avere pazienza” le ho detto, e lei con il suo sguardo strizzato mi ha dato ragione, almeno credo.
Il supermercato era semi vuoto; chi sistemava la verdura lo faceva con pacatezza e anche chi aveva bisogno di un poco di formaggio aspettava senza lamentarsi troppo. Chi aveva bisogno di prendere qualcosa dagli scaffali lo faceva con discrezione indossando un paio di guanti color del cielo. Alla cassa un papà forse poco abituato a fare la spesa teneva in braccio un uovo di Pasqua. Gli ho sorriso e credo lo abbia capito nella stessa maniera in cui io avevo capito quello della signora poco prima. I nostri sorrisi erano nascosti ma ben visibili.
“È per la mia bambina! Vuole solo questo e mi aspetta a casa con la mamma” ha detto indicando l’uovo di Pasqua delle principesse da dietro la sua mascherina.
“Sarà sicuramente contenta, io ho preso questo per la mia sorellina. Le piace tanto il cioccolato con le nocciole” gli ho risposto mostrandogli l’uovo, quasi meravigliandomi della spontaneità del mio gesto. Condividere un pensiero e un’azione così semplice, e allo stesso tempo quasi confidenziale, con un estraneo dal volto semi coperto mi ha fatta ragionare su quanto il peggio delle situazioni, delle volte, tiri fuori il meglio dell’umanità. Quella latente dentro di noi che non prevale mentre siamo in coda al supermercato di un periodo qualunque, o quando alle poste un anziano si dimentica di prendere l’abituale numerino e passa avanti, e allora il commento è il solito “siamo in Italia, funziona sempre così”. In quelle situazioni non ci sono sorrisi nascosti, ma umanità ed empatia soffocata che non prevalgono su un un banale egoismo e su una insistente fretta; la maggior parte delle volte inutile perché se c’è una cosa che questo periodo ci sta insegnando e che si può vivere anche con più calma e gentilezza e che quest’ultima allevia l’anima e controlla la paura.
In questo momento abbiamo più tatto anche se provvisti di guanti, abbiamo più dolcezza in viso anche se non riusciamo a vederci il volto per intero. Siamo capaci di comprendere, senza uno sforzo eccessivo, che chi ci sta di fronte può avere paura proprio come noi, può avere avuto una giornata storta proprio come noi, può sentire la mancanza di qualcuno proprio come noi! Ora il nemico è comune, combattuto anche con sorrisi nascosti, che ci spinge verso una forza collettiva che ci unisce.
Ma non è la paura dello stesso nemico che ci deve rendere uniti, bensì la semplice e comune condizione di essere umani
E umani lo siamo sempre, dovremmo esserlo sempre, permettendo a questi sorrisi nascosti e al loro valore profondo di non scomparire domani, quando finalmente potranno splendere interamente al sole accompagnati da mani libere.