Chiudete gli occhi e immaginate
Chiudete gli occhi e immaginate.
Su un tavolo invecchiato dal tempo vostra nonna prepara uno dei vostri piatti preferiti, nel vostro piccolo paese, nella vostra grande città. Ha indosso un grembiule colorato e le maniche del vestito tirate su, è stanca ma non lo dà a vedere. Sorride anche se le manca tanto il nonno e con i capelli imbiancati durante un giorno qualunque, di un mese qualunque, di una giornata qualunque, vi dona un abbraccio all’insegna della normalità.
Chiudete gli occhi e immaginate.
Aspettavate questo giorno con trepidazione. Un armadio colmo di vestiti non soddisfa le vostre aspettative perché quando il cuore batte all’impazzata niente sembra calzar bene su un corpo guardato troppo spesso con eccessivo giudizio. Invece nel vostro piccolo paese, nella vostra grande città, in un giorno qualunque avete lasciato alle spalle i timori e vi siete affacciati all’amore.
Chiudete gli occhi e immaginate.
Un amico prepara la valigia per andare lontano. Ha un bagaglio pieno di sogni, la malinconia negli occhi e la paura che le cose cambino per sempre. Sorride mentre vi abbraccia e rassicura, siamo nel nuovo millennio. Anche se ammaccato un treno vi farà rincontrare, un aereo ricongiungere, una nave rivedere, un’autostrada riunire.
Chiudete gli occhi e immaginate.
I vostri genitori vi salutano prima di lasciarvi partire. Avete uno zaino pieno di speranze e la voglia di vita nuova vi accompagna. Gli occhi umidi tradiscono la tristezza che senz’altro, un giorno, sarà più lieve e trasformata in felicità quando a seguito di un lungo viaggio potrete riabbracciare chi avete lontano fisicamente ma vicino nel cuore.
Chiudete gli occhi e immaginate.
Il sole è alto nel cielo e le nuvole formano disegni curiosi. C’è un museo che desideravate vedere da tanto tempo e un film al cinema appena uscito che siete certi vi emozionerà, ma chi vi accompagna preferisce vedere una partita di basket e allora che si fa? Un giorno cinema e un giorno sport. Perché fermarsi? Tempra per gli occhi e per il fisico.
Chiudete gli occhi e immaginate.
In un parco qualunque un giorno di primavera tanti bambini giocano insieme. Un pallone vi colpisce mentre seduti su un prato leggete il vostro libro preferito. Un bimbo si avvicina e vi tende la mano che sfiora la vostra e successivamente acchiappa quel gioco colorato e rotondo.
Chiudete gli occhi e immaginate.
Un pranzo con la nonna rimandato, un giorno importante momentaneamente non vissuto, un treno perso, un viaggio annullato, un film non visto, una mano di un bimbo sfiorata quasi con timore.
Chiudete gli occhi e immaginate.
Sono io, sei tu, siete voi, siamo noi, sono loro. A voler bene una nonna, ad amare qualcuno, ad aver salutato un amico in partenza, ad aver i genitori lontano, ad aver voglia di giocare insieme.
Sono io, sei tu, siete voi, siamo noi, sono loro. A vivere in questo momento, tutti insieme, diversamente uguali e bizzarri mentre ci rendiamo conto, forse, di quanto sia vera e fragile la vita e di quanto, probabilmente, la vogliamo tener stretta a noi più di quanto dimostriamo quando abbiamo la possibilità di viverla nella sua meravigliosa pienezza.