Marat Sade: gli anni della Rivoluzione francese.
La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentati dai filodrammatici di Charenton, sotto la guida del Marchese di Sade.
il Direttore del manicomio di Charenton concede ai propri internati di mettere in scena gli anni della Rivoluzione francese e la leggendaria morte di Marat (Filippo Luna), accoltellato dalla giovane fanatica Charlotte Corday (Giulia Andò).
Un popolo di pazzi fa da contorno alla contrapposizione oratoria tra il Marchese de Sade (Claudio Gioè), seduto in poltrona e il capo rivoluzionario Marat, immerso nella sua vasca da bagno che presto si trasformerà nella sua bara.
La follia spesso è sede di autenticità e nella rappresentazione del dramma la scena surreale intende confondere maliziosamente verità e finzione, ragioni e follie. Come una scatola cinese, la struttura del testo di Peter Weiss (scritto nel 1964) intende scoprire le contraddizioni e le disillusioni tragiche della storia: da una parte l’utopia passionaria e rivoluzionaria di Marat, dall’altro lo sguardo disincantato, diffidente del Marchese de Sade.
Patetico altruismo contro scettico individualismo, una narrazione dentro la narrazione, tesi e antitesi intervallate dalla mazza del banditore (Silvia Ajelli) tra il sibilo minaccioso della ghigliottina e i godibili intervalli musicali del quartetto di strumentisti.
Tante verità sulla scena, sintesi di realtà contraddittorie. Cambiare il mondo o assecondare la natura delle cose?
Una tinozza per la Rivoluzione. Qui Marat trascorre il suo tempo in preda ad un delirio visionario, rincorrendo, attraverso ossessivi proclami, il susseguirsi incontrollato degli eventi della Rivoluzione francese: lettere, editti, come mezzi impellenti e necessari per amministrare gli esiti drammatici della rivolta. Una tinozza di acqua tiepida per raffreddare le proprie disillusioni, una tinozza d’acqua tiepida per immergere il corpo martoriato dall’eczema, una tinozza di acqua tiepida come bara per affogare la Rivoluzione quando lì verrà pugnalato della invasata Charlotte Corday.
Il teatro dei folli è un inno alla Libertà.
Il Marchese Sade beffardo potrà così rivolgersi a Marat: “Tutto coperto di lesioni giaci in quella vasca che è diventata il tuo mondo e ancora credi che la giustizia sia realizzabile?”
Abbiamo visto MARAT SADE
Regia di Claudio Gioè
con la collaborazione di Alfio Scuderi
con Claudio Gioè
Filippo Luna
Silvia Ajelli,Antonio Alveario, Giulia Andò, Maurizio Bologna, Giulio Della Monica, Germana Di Cara, Ermanno Dodaro, Gaia Insenga, Raffaele Pullara, Fabrizio Romano
Scene e costumi Enzo Venezia, musiche originali Andrea Farri, luci Luigi Biondi
Direttore di scena Sergio Beghi
Produzione Teatro Biondo Palermo
Si ringrazia l’Ufficio Stampa