Ricordando Mimì
Non voglio ricordare Mimì/Mirella Freni raccontando che la sua vita fu segnata dalla musica fin dall’inizio: da neonata ebbe la stessa balia di Big Luciano e con lui studiò e insieme debuttarono ne “La Bohéme“ ruolo che interpretò nella sua lunga carriera nei più prestigiosi teatri del mondo e con i più grandi direttori d’orchestra e illustri colleghi.
Non voglio ricordare che la signora Freni è nell’Olimpo dei grandi della lirica e che tracciò con la sua voce limpida e rotonda “all’italiana” le eroine del melodramma nel periodo d’oro della lirica; il tempo caro ai melomani.
Non voglio ricordarla per questo perché questo ed altro ancora, il mondo lo sa già.
Non voglio scrivere che debuttò a vent’anni proprio nella sua Modena interpretando Micaela in “Carmen” e neanche che in seguito sposò il maestro Leone Magiera.
Tutti sanno poi del sodalizio artistico e sentimentale con il grande Nicolai Ghiaurov, signore delle scene e nella vita.
Ecco di questo voglio scrivere e per questo voglio ricordarla.
Era l’aprile del 1999, la signora Freni tornava a Palermo per Evgenij Onegin per interpretare Tatiana in lingua russa, lingua che aveva studiato e che cantava con sensibilità ma con la voce e il timbro del soprano della tradizionale scuola italiana, dando così sfumature e calore al personaggio e al canto.
Ci incontrammo all’Hotel des le Palmes, albergo liberty frequentato dai divi, la salutammo con cordialità. Mi colpì la dedizione e il modo affettuoso di coccolarla del marito.
Nicolai Ghiaurov era anche lui un artista acclamato e proprio nell’Onegin il regista aveva ritagliato per lui un cammeo con la sortita del Principe Gremin nell’ultimo atto.
Ma Ghiaurov in albergo si preoccupava soltanto che sua moglie avesse tutti i comfort richiesti e per questo si affidò alle amicizie di mio marito per soddisfare le esigenze di Mirella.
Inutile ricordare che quella produzione dell’opera di Cajkovskij fu un successo come lo fu in seguito la “Pulzella d’Orléans” dello stesso Cajkovskij.
Così le sparute contestazioni che avevano accompagnato il suo ritorno a Palermo nel 1998 per Fedora al Teatro Politeama, furono completamente dimenticate dalla valanga di applausi che la sommerse nelle due presenze successive.
Forse proprio in ricordo dello spiacevole incidente accaduto nel 1998 Nicolai si preoccupava che Mirella Freni avesse tutti gli onori che la sua arte meritava.
Voglio ricordare una donna e un uomo uniti nella vita e nella musica.
Voglio ricordare che questa splendida musicista ha accompagnato la mia vita emozionandomi con il suo canto.
La musicista ha vissuto una vita che bisogna ricordare e celebrare.