Furto 6 – Occhi dentro occhio
Come fai a provare le emozioni di tutti, deve essere estenuante.
Conosco i colori primari, i colori secondari, ho imparato che mischiandone due se ne ottiene un altro, mischiandone tre tutto va a farsi fottere. Le emozioni in fondo funzionano così, come i colori, solo che il più delle volte te ne ritrovi tre, quattro anche cinque mischiate assieme, ed è difficile comprendere chi ha causato cosa e cosa ha causato il perché.
Da bambino passavo il tempo ad osservare la bocca delle persone, ne seguivo i movimenti, perdendomi il contenuto della parola per la danza delle labbra, così bella e travolgente. Rimanevo fisso lì, come se dovesse improvvisamente accadere qualcosa di inaspettato, e ricordo che gli adulti non gradivano quest’abitudine, che le persone Luca vanno guardate negli occhi.
E allora ho imparato (anche se prima ho scoperto).
Ho scoperto che non è possibile guardare negli occhi le persone se le devi guardare davvero. Gli occhi sono due, e due occhi non possono guardare insieme altri due occhi. Ho imparato quindi a guardare le persone nell’occhio, uno per volta, e non è stato facile. L’abitudine crea dipendenza e la dipendenza genera delle regole, schematiche e rassicuranti. Le labbra si schiudono nella sorpresa, nella paura sono stirate all’indietro, serrate nel disprezzo, lontane nella gioia. Le labbra sono organi prevedibili, gli occhi no.
È stato così che ho sperimentato per la prima volta l’imbarazzo, imparando a guardare le persone nell’occhio, non per mia volontà sia chiaro ma per convenzione sociale, quel maledetto super es che è altro da noi e ci rende animali addomesticati capaci di relazionarci, ma impuri. E questa nuova dipendenza da occhio è sfuggita di mano prima che potessi tornare sui miei passi, prima che potessi ritrarmi restituendo ai miei occhi le labbra e alle labbra gli occhi, prima che la percezione dell’altro divenisse patologica.
Ho scoperto che non è possibile guardare negli occhi le persone se le devi guardare davvero.
E non è facile venire investiti occhi dentro occhio da tutto questo pandemonio emotivo, non è facile essere penetrati senza controllo alcuno e ritrovarsi soli in balìa di emozioni non tue, soli a sentire emozioni non tue, soli a metabolizzarle.
Guardare nell’occhio le persone mi ha insegnato ad empatizzare, e l’empatia è una puttana che non vuole essere pagata.
È estenuante, lo so. Ma non ho scelta.