Furto 4 – Fogli d’aria
Il tempo sembra essersi fermato e non c’è spazio neanche per il vento, ma c’è la pazienza.
Ciao a tutti , sono Lygia, qui a 5 anni e mezzo, terrorizzata dal mio primo giorno di primina. Sono entrata nella scuola per non uscirne più… ora infatti la maestra sono io. Insegno inglese, laboratori artistici e di lettura e gestisco la biblioteca in una scuola elementare. Ma prima ho fatto molti lavori, tutti legati alla parola e alla creatività. Speaker radiofonica, stage manager in teatro, interprete simultanea. Da ragazza ho militato in varie cover band e sento musica in continuazione. Insegno anche con la musica. Sono una pittrice amatoriale, mia madre lo faceva di mestiere e mi ha trasmesso tutti i suoi segreti . E insieme a tutto questo… scrivo, scrivo, scrivo. Quando sono allegra e quando sono giù. Quando devo inventare una fiaba per i ragazzi o esprimere a qualcuno quello che sento. Ma ancora non ho mai trovato il coraggio per un romanzo.
Mi chiamo Simone Bonfiglio e vivo a Sinagra, paesino siciliano tra i monti Nebrodi. Ho una laurea in Storia al Dicam di Messina, città in cui sono venuto al mondo il 29 di giugno del 1989. Gioco a calcio, sono un allenatore Uefa – B e per il calcio, involontariamente, mi conoscono in tutta Italia. Se urli in una piazza “Come si chiama non mi viene per ora?” qualcuno risponderà sicuramente BONFIGLIOOOO.
Adoro la musica, soprattutto quella rock anni ’60. Doors, Led Zeppelin, Pink Floyd, Rolling Stones, e tanti altri.
Amo scrivere di tutto e lo faccio oramai praticamente di continuo. La scrittura l’ho incontrata per sbaglio. Il bisogno di farlo c’è sempre stato, ma per anni l’ho praticamente e inspiegabilmente soppresso. Non saprei dire il perché. Da un anno e mezzo, però, è il mio fil rouge e spero lo rimanga fino al giorno in cui festeggerò il 103esimo compleanno.
La mia rubrica si chiama “ Le avventure di Sal Goodson”.
Ho un’identità, la stessa da sempre.
Un tempo era covata sotto strati di dogmi, regole e di ‘questo non si fa!’; a suo tempo è affiorata nella quotidianità e quando è esplosa ha inondato tutti, con risate incontrollate, pizzicotti, panzerotti e libertà.
Avvicinatevi tutto d’un fiato: troverete tanto cinema, il teatro e tantissimi dolci con gocce di cioccolato.
Questo sono io: personalità con tante gocce di felicità.
Napòlide. Teatrante per passione. Ottimista ai limiti del patologico. Innamorata follemente di Holly, la sua coinquilina miagolante. Non arrivava ancora all’altezza del tavolo in cucina (non che adesso le cose siano cambiate granché, eh) quando diceva che era felice di essere nata. “Qualche” anno e qualche cicatrice dopo, la pensa ancora così. I viaggi, gli amici, il buon cibo (preferibilmente cucinato da lei) e l’ottimo vino la rendono una donna felice. Ai baci preferisce gli abbracci (ma gastronomicamente parlando apprezza entrambi). Ama osservare, scavare (non a caso uno dei lavori che sognava di fare da bambina era l’archeologa) e andare oltre per cercare sempre di capire i “perché”.
Nacqui Pippo e diventai Giuseppe, l’evoluzione della specie.
Borgata marinara, sopra, sotto e anche dentro il mare. All’oratorio centomila calci ad un pallone sgonfio. La lettura va insieme ai balli lenti sulla stessa vecchia mattonella. Al militare i libri scongiurano la guerra! Evviva il computer, che mi dà lavoro e insieme molta noia. Ma quando scopro che la scrittura è cancellabile… è gran fortuna, e che meraviglia quando lo scritto è breve e non si allarga troppo.
Sono nata in un giorno assolato di luglio in un’isola a forma di impronta chiamata Sardegna. Il maestrale mi scompiglia spesso i pensieri e le parole sono per me un piccolo e grande punto fermo. Mi piace giocare con le immagini e le lettere cosicché raccontino storie, giorni e vita. Sono fatta di molti sogni, speranze e di qualche paura. Desidero scoprire il mondo e vedere poi il mio ultimo sole tramontare nel mio azzurro mare.
Quando non parlo, disegno. E se non disegno, scrivo. Morale della favola: ho sempre qualcosa da dire o da comunicare. Io che sono illustratrice di libri, e che del disegno ho fatto il mio lavoro, ho adottato come motto “Vuoi che te lo spiego con un disegnino?”. Scherzo! In realtà il mio motto è “Dal cuore alla matita”.
Amo l’ironia, di secondo nome faccio sarcasmo e della vita amo i colori e i profumi. Amo parlare di quello che mi passa per la testa; innamorata della cucina in ogni sua sfumatura passerei le ore ai fornelli. Sono una di quelle persone che nella vita si divertono con poco.
Se nasci su un’isola un po’ di mal di mare te lo porti a braccetto a vita.
Sono Luca, e ho avuto i miei momenti.
Il momento siciliano, dalle viscere di mamma Caterina fino ai vent’anni. Quello calabrese, sette anni in Aspromonte. E adesso la Puglia, il momento di Bèri. Ah! Ci sono anche una serie infinita di momenti africani, di sint(f)onia con la Terra Rossa (altra megaisola, altro mal di mare).
Osservo. Leggo. Mi perdo. Scrivo. Viaggio. Canto sotto la pioggia. Vivo. E mangio, naturalmente mangio. E poi i “furti d’aria”, in quelli sono specializzato.
Odio le blatte, la frutta rossa, il plaf plaf dei sandali quando cammini, le penne blu sui fogli senza righe, il mare sporco, le unghie che si allungano, soffro di vertigini, non vado sulle giostre.
A chi mi chiede se sono felice rispondo di no, borbotto mi lamento e trallallero. Poi però incrocio passi, conosco storie, coloro volti. Ed è lì che apro le braccia e respiro ancora.
Sono affetto da malinconia e nostalgia croniche, per questo colleziono, come feticci, vecchie macchine fotografiche e prediligo i libri datati. Mi piace carezzarli e immaginare le mani che li hanno tenuti negli ultimi 60/70 anni, prima che arrivassero a me. Praticamente, come se non bastasse la mia, mi faccio carico anche della malinconia degli altri.
Vivo a Palermo dove sono nato. Come tutti i palermitani amo e odio la mia città. Dopo università e lavoro adesso studio batteria jazz. Ho scritto e scrivo, parlo e mi piace ascoltare senza interrompere. Viaggiare mi piace, basta che il viaggio non duri oltre i venti giorni. Mi dovrei descrivere ma ho difficoltà a selezionare la parte di me che più potrebbe essere di vostro gradimento e perciò, a parte la descrizione fisica, che è quella che è, vorrei soltanto segnalarvi il fatto che le mie qualità hanno una scadenza. Esse infatti mutano ogni quarantotto ore e pertanto occorre aspettare a domani. La mia rubrica è Disaccordi in Scala Minore.
La mia anima è di statura medio piccola, capelli castano scuri e barba folta quanto basta. L’aspetto non conta, dicono; io credo il contrario. Se la mia anima fosse cicciosa, non sarei quello che sono. Probabilmente avrei altre idee: grilli cicciosi nella testa. Invece ho solo grilli di statura medio piccola e con la barba folta: grilli stonati che si credono cicale canterine, naturalmente. Non ho mai veramente creduto e praticato quelle fedi e liturgie che sostengono dogmi come “la reale esistenza del corpo”. Mi sono sempre apparse solo leggende adatte per i semplicioni di ogni epoca ed età. Vivo laicamente l’evidenza contraria.
È nata a Padova, dove risiede. Negli ultimi anni, ha vissuto a Roma, Forlì, Bologna e Parigi. Da piccola, ha passato ore in bagno a leggere e per osmosi, ha sviluppato una forma compulsiva di grafomania, curata su quaderni, taccuini, e foglietti sparsi. Molte le autrici che hanno indirizzato il suo amore per la scrittura, fra tutte Alice Munro e Virginia Woolf.
La mia ascendenza è perfetta come materia prima per battute semplici e spicce. Sono per metà siciliana e per metà colombiana e anche se a leggerla la notizia può sembrare quasi come una tragedia, da qualsiasi punto la si guardi l’accoppiata è vincente: sono sempre stata presa per i fondelli, senza distinzione di razza. Oggi vivo in Val di Susa e sono un’architetta precaria ma ottimista. Vengo soltanto occasionalmente disturbata dai dejavù di un paese che ricordo e che non vedo da molti anni ormai. Ho imparato col tempo a curare la sensazione di vivere sempre come sradicata e le terapie si chiamano : yoga, libri, camminare, scrivere e canticchiare orgogliosamente “home is wherever I’m with you”.
Classe 1967, sono affetta da una patologia benigna, ma incurabile, per la lettura, il disegno e la scrittura. Vivo a Bagheria, cittadina di eccellenze migrate e mostri settecenteschi. Qui si respira arte, gelsomini e anche altro. Nel 2013 ci provo e pubblico la silloge poetica “Altera diva”: eh sì, qualche mania di grandezza ce l’ho anch’io. Credo nel potere taumaturgico dei racconti brevi. “Non lasciatevi ingannare, che è poco la vita. Bevetela a grandi sorsi, non vi sarà bastata quando la dovrete lasciare”.
Vado matta per collane e foto, dice mio figlio. Adoro il cibo e curiosare delle cose umane, aggiungo io. Resterei spesso impigliata in fastidiose malinconie se non fosse più divertente riderne. Sarà che questo sole siciliano alla fine mi da sempre il buonumore… Cerco parole rassicuranti come more in mezzo alle spine… inevitabili come sacchetti per il mal d’aria… tonificanti come canzoncine sotto la doccia.
Vivo in Sicilia tra il sole e i miei alunni colorati provenienti da tutti i continenti e cerco di trasmettere loro i miei ideali e l’amore per la musica. Una passione che mi è stata trasmessa da mio marito. Lui, tenendomi per mano, mi ha condotto alla conoscenza di un mondo che continua ad essere presente in ogni momento della mia vita. Il mio luogo dell’anima è Vienna, lì ritrovo i sapori e la musica che mi appartiene. La frequentazione di cantanti, dei teatri d’opera in Europa, lo studio dei compositori, la mia attività di presidente di un’associazione culturale che si occupa di musica da vent’anni, mi hanno portato a scrivere di opera lirica per facciunsalto.it alla mia maniera: attraverso i ricordi, l’esperienza e l’amore per il melodramma, cercando di trasmettere e contagiare la mia partecipazione emotiva.
Ritengo la narrazione uno dei piaceri più appaganti della vita. Amo le auto, da sempre. Il primo giocattolo che mi ha calmato da neonato è stato un modellino in latta. Adoro scrivere delle quattro ruote. Adoro scrivere in generale. Ci metto anima, istinto, ritmo e passione.