Abbiamo tutti dentro un mondo di cose
“Abbiamo tutti dentro un mondo di cose, ciascuno un suo mondo di cose!” diceva Pirandello.
Abbiamo un mondo pazzo dentro di noi. Un mondo ingarbugliato, con dentro i nostri sentimenti, le nostre percezioni, le paure, le delusioni e le speranze.
Un mondo nostro, alcune volte comprensibile solo da noi stessi. Un mondo che vorremmo che gli altri leggessero proprio come lo leggiamo noi. Un mondo apparentemente alla portata di chi ci guarda, di chi ci ascolta, di chi vogliamo bene. E’ possibile? Il più delle volte noi tutti crediamo di sì.
Perché accettare, e credere che forse il nostro mondo non viene letto come lo leggiamo noi, e che al contempo non è alla nostra portata leggere il mondo degli altri proprio come lo leggono loro… beh, è difficile.
Molto spesso lottiamo contro la convinzione che il modo di amare ma anche di arrabbiarsi, di spiegarsi sia solo uno, il nostro ovviamente. Per noi è quasi una certezza riuscire a comprendere gli altri, mentre siamo spesso convinti che nessuno comprende quasi mai noi.
Ci arrabbiamo perché l’altro non capisce e non ci vuole bene come gli vogliamo bene noi.
Quando un modo di voler bene non esiste. Esiste solo il legame che unisce chi si vuol bene.
Ci esasperiamo perché siamo certi di esserci sempre spiegati e perché non è possibile che chi abbiamo di fronte non capisca un nostro gesto, una nostra parola, un nostro atteggiamento. Nel nostro mondo è così chiaro, dentro quella miriade di cose ogni percezione è ben definita, spiegata ed è impossibile che non venga decifrata nello stesso nostro modo. Possibile che non sia chiaro il nostro intento?
Eppure avevamo impregnato quei gesti, quelle parole di tutto il nostro bene, di tutta la nostra buona volontà. O di tutta la nostra rabbia e il nostro risentimento, quando desideravamo sentirci compresi e avremo voluto un po’ di conforto.
Quanto arranchiamo.
Arranchiamo dentro il nostro mondo, talvolta essendo quasi presuntuosi. Presuntuosi perché la verità è che nessuno potrà mai comprenderci come ci comprendiamo noi. L’unicità che ci contraddistingue contraddistingue anche la nostra sfera, quel mondo pazzo, ingarbugliato e pieno di cose. Contraddistingue la percezione che abbiamo sulla vita, sugli affetti, su quello che siamo.
E questo non può che essere un punto di forza, una garanzia, una certezza. La certezza che avremo sempre qualcuno che ci comprende, ci ascolta, ci completa e che più di tutti ci può voler bene: noi stessi. Il nostro mondo è un porto sicuro.
“Crediamo di intenderci, non ci intendiamo mai!” diceva Pirandello. E se provassimo a sentirci?
Ad ognuno il suo mondo con un posto riservato e speciale dentro il mondo di chi ci sta accanto. Per sentire di più quello che abbiamo da dire, da comunicare, da vivere. Forse sentendoci, creeremo insieme un altro mondo di cose dove ritrovarci e capirci unendo insieme tanti pezzettini di noi.