Dracula, il mostro siamo noi
Ci sono porte che non dovremmo mai aprire, nel labirinto della nostra esistenza. Che conducono a luoghi misteriosi e sconosciuti anche a noi stessi. Piani sotterranei che in fin dei conti sostengono tutta la costruzione sovrastante. Negli scantinati fa freddo, è buio. È raro, si sa, che gli scantinati siano belli. Sono i posti dove andiamo sporadicamente, dove conserviamo le cose più nascoste. Scendiamo di soppiatto a recuperarle quando servono o quando vogliamo fare un’incursione nel buio. C’è polvere, ci sono ragnatele. In alcuni scantinati, poi, si nascondono i mostri. I nostri mostri.
Al Teatro Bellini di Napoli si fa i conti col male che è dentro ciascuno di noi, e il Dracula di Stocker, con gli intramontabili Serbio Rubini e Luigi Lo Cascio, ci pone davanti al nostro stesso specchio riflesso. Uno specchio che, come per Dracula così per noi, si rifiuta egli stesso di rappresentare un’immagine indifendibile. Sono i nostri fantasmi ad avere cura di noi. E nel mondo immaginifico e irreale costruito sul palcoscenico, ogni coscienza si disperde, forse nel timore di ritrovare se stessa.
I tempi e gli spazi della scena sono del tutto annientati. Non si credeva che su quelle assi si potesse andare così lontano, così veloce, in così tanti luoghi e in così poco tempo. Abbiamo visto con Dracula, cose che non osavamo, da umani, immaginare, e siamo andati alla caccia del mostro tra le vie di Londra, sui treni e in carrozza, tra lupi e vallate, in cimiteri di piccoli borghi appesi tra i Carpazi orientali, e nel castello del Conte immortale.
il Dracula di Stocker, ci pone davanti al nostro stesso specchio riflesso
E così con le paure, che diventano concrete, tangibili, reali. Non è la paura infantile del vampiro che ti morde alla gola, no. È piuttosto una paura atavica e particolarmente sottile, che molto ha a che fare con il mostro sensuale che è dentro ciascuno di noi. Una messa in scena che per un verso racconta e per altro è un poderoso esorcismo pagano, capace di risvegliare pensieri cupi e di trascinarci in visita guidata nelle nostre segrete stanze buie.
La forza evocativa del mostro, così grevemente ben rappresentato, volgare e iconico, col suo parlare rumeno, prevale subito sul pensiero razionale e più d’una volta raggela il sangue. I contorni splatter non sono per schizzinosi e si perdonano come vezzi di una regia esemplare che non fa certo del pulp la sua cifra principale. Un capolavoro costruito sulle spalle di un gigante, da vedere assolutamente.
Abbiamo visto:
Dracula, da Bram Stoker, per l’adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini
Con Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana, Alice Bertini
per la produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Al Teatro Bellini di Napoli, ancora fino al 26 gennaio 2020. Info e biglietti qui.
Si ringrazia l’Ufficio Stampa