Wet floor, la stampa è sotto accusa
Sembra proprio d’essere al cinema anziché al teatro, e davvero mancherebbero solo i popcorn, tanto che era centrata, precisa, adattata la sceneggiatura; talmente che era indirizzato il testo verso la finzione post scenica, con un taglio così attuale e tagliente da non poter realizzare diversamente. Sembra proprio uno di quei thriller americani che ti tengono incollato allo schermo, che sospendono il respiro a metà del collo, che sono sempre così banalmente prevedibili eppure non cessano di trasmettere suspence, con la stessa classe innata dei calciatori che scartano da sempre gli avversari con stessa, identica, finta.
Wet floor è il teatro che si fa cinema per mano di Antimo Casertano e Fabio Cocifoglia
Wet floor è la storia di un sequesto; un sequestro di un giornalista che nei fatti rappresenta una intera categoria: sono tutti i giornalisti ad essere sequestrati, e un’intera industria ad essere sotto accusa. Nel quadro impietoso che emerge, nessuna contraddizione può assurgere ad alibi, nessun pretesto può bastare a smussare gli angoli, a spezzare una lancia, e condividere il pathos di chi con le notizie sbarca il lunario. Sono in gioco valori non negoziabili, e la libertà d’informazione e di stampa, e il diritto di essere (ben) informati e di (bene) informare non si possono trattare sul mercato della pagnotta da portare a casa, in quanto su queste fondamenta poggia la grande costruzione ideale dell’intera democrazia.
Uno spettacolo che fa riflettere e sognare, e che rappresenta doppiamente due non luoghi, lo spettro del teatro, il fantasma dell’informazione.
Abbiamo visto:
Wet floor
di Fabio Pisano
con Antimo Casertano e Fabio Cocifoglia
Al Teatro Piccolo Bellini di Napoli
Ancora fino al 12 gennaio 2019
Info qui.