Ferdinando, fiaba per vecchi
Una fiaba per vecchi, finita male. Questa potrebbe essere la sintesi in sei parole del Ferdinando di Annibale Ruccello, in scena adesso al Teatro Bellini di Napoli, per la regia di Nadia Baldi.
Una fiaba che racconta quanto possa essere dirompente la forza seduttiva della gioventù, allorquando essa irrompe nella vecchia monotonia di vite logore e vissute, che aspettano che solo la morte intervenga a interrompere il loro stanco divenire.
C’è tutto quanto di marcio si possa immaginare in Ferdinando, e nessuno si salva: una zitella lasciva, interessata e volgare, una vecchia zia, avida e superba che fa del nipote l’amante, un prelato mandrillo che gode del peccato e non disdegna la pederastia, un onesto fanciullo che si rivelerà infine l’anima più buia e perversa, bello come un angelo del cielo, ma come un angelo dal cielo caduto capace infine d’ingannare tutti.
Sullo sfondo, ma forse è proprio questa la chiave dell’opera, c’è una fiaba per vecchi
In scena invece tre grandi interpreti dal consumato talento (Gea Martire, Fulvio Cauteruccio e Chiara Baffi), che portano al battesimo della ribalta il giovane Francesco Roccasecca, del quale certamente sentiremo parlare.
Un teatro appena accennato, fatto di gesti sottili e di piccole verità, condito dalla scelta brillante di fare un uso figurato degli oggetti di scena; un teatro per fini intenditori, da cappello in mano, perfetto interprete del testo di Ruccello.
Abbiamo visto:
Ferdinando, di Annibale Ruccello
per la regia di Nadia Baldi
al teatro Piccolo Bellini di Napoli
Si ringrazia l’Ufficio Stampa
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