La ragazza al finestrino
Una mattina d’autunno. Non ancora freddo, non più caldo, un cielo né grigio né azzurro, un’auto che va, nel traffico, andatura lenta ma regolare. La ragazza sta sul sedile lato passeggero, col viso verso il finestrino. Uno sguardo indecifrabile, né triste né allegro. Bello, quello sicuro. Come è bella lei, di quella bellezza abbagliante che solo una adolescente possiede. La bellezza della purezza assoluta che inizia a smarrirsi per far spazio ad altri tipi di bellezza, ma non è ancora smarrita. La bellezza di uno sguardo che inizia ad annusare il mondo e quindi, inevitabilmente, a lasciarsi contaminare. O semplicemente crescere.
Fuori altre auto. Palazzi, asfalto, insegne pubblicitarie, e gente. Tanta gente che va, ognuna per il suo dove, ognuna diversa, ognuna con un dove simile a qualcun altro. La ragazza al finestrino guarda. E pensa. Cosa guarda cosa pensa? Rassegnati man. Non lo saprai, non lo capirai. Che tu sia il padre, il fratello, l’amico che vorrebbe farle il filo ma non trova il coraggio, il compagno di scuola, il suo professore o uno dalla macchina accanto che si illude di essere lui l’oggetto dello sguardo della ragazza al finestrino: chiunque tu sia, non saprai mai indovinare cosa guarda e cosa pensa davvero la ragazza al finestrino. È il suo mondo, quello che lei sta appena imparando a scoprire, ma tu non puoi entrarci, non hai il biglietto. Anche se sei nel suo cuore, anche se forse lei è vittima di quella stessa solitudine che pure cerca, la ragazza al finestrino è lì, ma è anche altrove e comunque tu puoi solo intuire che è altrove, ma non dove. Puoi solo aspettare, se e quando lei decida di lasciar entrare qualcuno, magari un altro mattino d’autunno, o d’estate, con la chiave affidata a un sorriso solare, una risata fragorosa, un urlo che rompe il silenzio o tre, o trenta, o trecento parole messe accanto. Oppure solo a due occhi scuri e magici che vogliono –se vogliono– dirti tutto. E se invece non vogliono, a te, man, non resterà che aspettare e osservare la bellezza assoluta della ragazza al finestrino. Sei spettatore di uno spettacolo che è a suo modo un capolavoro d’arte. E quasi mai i capolavori d’arte si comprendono perfettamente, ma è un comunque un privilegio poterli ammirare da vicino