Radice di due, quando la matematica è un’opinione
Possono l’amore e la matematica, di solito affini come l’acqua e l’olio nell’immaginario comune, trovare, appunto, un territorio comune? Questo testo delizioso prova a dare una risposta. Si parte quindi da una storia d’amore, ma non quelle usa-e-getta a cui siamo abituati nella vita e in tv. Una di quelle da romanzo, che si srotola negli anni, senza perdersi, lungo un’esistenza intera. Tom-Tommaso e Geraldina, detta Gerri, si conoscono da bambini, ai giardini condominiali di una Roma indolente e contemporanea. Due poli opposti, facce della stessa medaglia. Lui timido, impacciato, timoroso di tutto e sognatore. Gli occhi buoni dell’ottimo attore brillante (ma non solo, regista e autore) Michele La Ginestra e i pensieri profondi. Lei, un vulcano di riccioli rossi, l’attrice e cantante Edy Angelillo, che tutti conosciamo e amiamo da anni. Straordinaria ed eccessiva al limite della follia, allegra, coraggiosa e fiera. In comune però hanno una cosa, questi bimbi: sono profondamente soli. E con una grande fantasia. Tanto grande che si inventano le avventure più incredibili partendo da una barzelletta o dalla cattura di un insetto.
La storia inizia dai ricordi di un uomo fresco di pensione, Tommaso. Tom, appunto. Si trova in casa ad assistere la moglie malata e intanto ripensa al percorso sentimentale e personale fino a diventare l’uomo che è adesso. Dal bimbo timido e immaginifico preso in giro un po’ da tutti i compagni, al nerd con grandi progetti e scarso senso pratico, fino ad un tranquillo signore grigio con un tranquillo lavoro che lo disgusta alquanto. Tutto per la semplice paura di rischiare di far avverare i propri sogni, quelli di uno spirito letterario e d’artista. Negli anni Gerri e Tom si sono rincorsi come i personaggi del cartoon, incontrati, scontrati e allontanati più volte. Sono stati tutto, quei due: amici, estranei, amanti, avversari. Lui sempre convinto che la normalità delle cose sia di accompagnarsi a uno spirito affine, nel suo caso tranquillo e di poche pretese. Lei, al contrario, sostenitrice dell’attrazione tra opposti, per completarsi e istruirsi a vicenda. Se due rette parallele sono destinate a non incontrarsi mai, è pur vero che un piano che attraversi una di loro toccherà necessariamente l’altra, ed ecco creato il contatto. Lungo il racconto in battute e immagini della loro vita insieme o distanti, la domanda torna più volte e non trova soluzione certa. Come quei problemi assurdi che la maestra sadica infliggeva alla classe di Tom. Mentre lui vive le sue avventure nella mente, lei le sperimenta nella vita e per questo ai suoi occhi è una specie di dea seducente e terribile. Comunque mai dimenticata. Assistiamo alle varie trasformazioni di Gerri da maschiaccio inarrestabile e vivace a lugubre cantante di punkrock, intellettuale, attivista… comunque mai niente di normale, niente in comune col suo amico/amore. E ora che vediamo lui in pensione… cosa ne è stato di lei? Non svelo la fine, non si fa. Ci incantiamo ad ascoltare un monologo intelligente e filosofico di una Gerri ormai anziana, che fa pensare parecchio, anche fuori dal teatro. Ma quel problema delle rette parallele rimane sempre in sospeso, forse per mancanza di mezzi e volontà di risolverlo, chissà. Magari ha ragione John von Neumann, informatico ungherese, “se le persone credono che la matematica non sia semplice, è soltanto perchè non si rendono conto di quanto la vita sia complicata“.