Cyrano tocca l’Augusteo
ed al fin della licenza io tocco!
L’amore e la morte sono spesso compagne di viaggio e d’avventura nel teatro, e sovente si cantano a vicenda. Ma aggiungete alla storia d’amore una storia di coraggio, il disprezzo dei potenti, il sacrificio per l’amata; metteteci anche l’eroismo e l’avventura, l’amore per l’arte e la poesia, la nobile arte della scherma ai suoi massimi livelli, la classica dicotomia tra il bello dentro e il bello fuori, e un gran nasone: avrete la storia di Cyrano de Bergerac.
Cyrano de Bergerac, poeta soldato dal naso importante, maestro di spada le cui parole non pungono di meno, è il protagonista del capolavoro scritto nel 1897 da Edmond Rostand, ispirandosi ad una figura realmente esistita: il drammaturgo, filosofo e soldato Savinien de Cyrano de Bergerac, classe 1619.
Non si credeva possibile che si potesse riconsegnare all’immortalità un capolavoro immortale come il Cyrano, eppure è proprio quello che è avvenuto sotto gli occhi incantati del pubblico al Teatro Augusteo di Napoli, dove la pièce francese è tornata dopo quarant’anni sotto la stessa forma di musical resa celebre dalla scrittura di Riccardo Pazzaglia, per la musica del compianto Domenico Modugno.
Scritta da Riccardo Pazzaglia e musicata da Domenico Modugno, la commedia andò in scena per la prima volta nel 1978, al Teatro Tenda di Roma. Modugno era Cyrano, Catherine Spaak una vibrante Rossana e Paolo Malco un appassionato Cristiano.
L’opera è tal quale a quella che esordì al Teatro Tenda di Roma nel 1979, e tal quale è quel modo di fare teatro, oggi quasi scomparso, e che della magia del teatro rappresenta la sintesi perfetta. Il poeta spadaccino è interpretato da un abbagliante Gennaro Cannavacciuolo, che gli conferisce una particolare e fragile umanità, strappando in più d’una occasione qualche lacrima, e in più d’un’altra qualche sorriso. Ma la sua grandezza sarebbe stata monca senza il cast d’eccezione che lo accompagna nella rappresentazione di questa favola moderna: 25 vere bestie da palcoscenico, cantanti, ballerini e acrobati, ogni a suo modo eccellente, tra i quali spiccano per mirabile talento Cosima Coppola, nel ruolo di Rossana, e Gianluca di Gennaro, che interpreta Cristiano.
Così, nelle note di regia di Bruno Garofalo, che della mitica prima edizione fu costumista e scenografo, e che sottoscriviamo,
Cyrano è un invito all’amore, essenziale, profondo, autentico. Una favola morale e romantica che riconferma il paradigma dell’amore come sacrificio per il bene dell’amato.
Un imperativo categorico, aggiungiamo, di non fermarsi alle apparenze, imparando ad apprezzare ciò che davvero conta.
Ma Cyrano non è spettacolo solo introspettivo, ma anche divertente, col suo sottile sense of humour, e dinamico, nella rappresentazione delle numerose schermaglie tra spadaccini, istruiti alla perfezione a tirare di spada dal Maestro Flaviomassimo Grumetti.
Una pièce completa e mirabile in ogni suo aspetto, che vi consigliamo vivamente.
Abbiamo visto:
Cyrano, al Teatro Augusteo di Napoli
Scene e regia di Bruno Garofalo
Testo nella rielaborazione e riduzione di Riccardo Pazzaglia
Musiche Originali di Domenico Modugno
Ancora fino al 15 dicembre 2019. Si ringrazia l’Ufficio Stampa.
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