Battuage, non c’è sesso senza amore
Battuage è uno spettacolo volgare, di quella volgarità che non la manda a dire, che non si nasconde dietro un dito e non si lascia immaginare attraverso l’eros e la malizia. No, è semplicemente e soltanto volgare, mani sul cazzo, seghe reciproche, parole scurrili, amplessi tutt’altro che mimati, e tutto si svolge in un cesso pubblico, con gli orinatoi protagonisti della scenografia.
Battuage è uno spettacolo violento, dove è di scena la violenza più bassa, quella sessuale del magnaccio sulla prostituta, quella psicologica della madre sul figlio, quella dell’inganno dell’uomo che tradisce, quella della vendetta della moglie cornuta che ne scopre il tradimento.
vergini, santi, signore imbellettate e signori benpensanti probabilmente storceranno il naso.
L’odore acre dell’urina arriva fino a noi, e respiriamo il fumo, il sudore, lo sterco e lo sperma delle vie battute – battuage – dagli avventori del sesso scambista e mercenario. Un luogo miserrimo dove domanda e offerta s’incontrano, e non ci sono qui bocche di rosa o Vie del Campo, né è luogo questo per poeti maledetti che possano fornire in alibi genio e sregolatezza. No, qui ci sono disperati e depravati veri, miseri e ineffabili, personcine da niente nient’affatto vittime della propria miseria, ma semmai artefici della stessa. Uno spaccato di verità che non fa sconti a nessuno, all’ombra delle ceramiche ingiallite dei pisciatoi, dove si consumano amplessi nel breve tempo di una minzione, anzi come fossero minzioni, del tutto indistinguibili dagli accoppiamenti tra animali.
E così Battuage potrebbe sembrare sensazionalistico, scorretto, volgare, violento, spregiudicato e desideroso in fondo di far parlare soltanto di sé. A noi così non è parso: Battuage è soltanto vero, privo di trucchi e di sovrastrutture. Vero e crudo come soltanto la cruda verità sa essere. Limpido in fondo, come l’acqua del pozzo; solo che è qui protagonista non l’acqua, ma la melma e la fezza che in fondo al pozzo ristagna.
Ci affanniamo così alla ricerca della verità, mentre percorriamo ansimanti le strade brulicanti che portano alla perdizione, in un vespasiano che è metafora della società contemporanea, dove ci si fotte l’un l’altro, ci si scopa a sangue e non ci si conosce mai fino in fondo. Neppure il nome sappiamo dello sconosciuto col quale dividiamo il letto, la casa, l’ufficio o il posto a sedere, e nemmeno in fondo si gode mai, perduti come siamo, ognuno, dentro le proprie viltà e alla perpetua ricerca di una verità scevra da ipocrisie. E in questo orrore sembra di riconoscerci tutti, si guarda di soppiatto il vicino di posto, e si sommano gli imbarazzi, di sicuro presenti anche in sala, di chi assiste all’epifania della propria esistenza mentre in quei posti deve fingere di non essere mai stato, e in quell’inganno deve sottindere, accennando un po’ di sano disgusto, di non avere mai vissuto. L’inganno e la mistificazione sono assoluti protagonisti dell’opera, che trova la sua verità, solo alla fine, nell’apologia del puro sentimento.
Un percorso che conduce per mano fin negli anfratti più oscuri dell’animo umano, condotto con ardore da leone da un Joele Anastasi che è assolutamente padrone del palcoscenico, e che sembra al culmine della carriera quando invece la carriera deve ancora accorgersi del suo talento. Una scrittura dai ritmi lenti e cadenzati, che si alternano a fasi frenetiche di assoluta purezza artistica, in un crescendo e calando continuo assistito da scelte di regia particolarmente interessanti, che accorciano la quarta parete senza sfondarla mai.
Non è uno spettacolo per chi non abbia pelo sullo stomaco, né per chi non abbia nulla da nascondere; vergini, santi, signore imbellettate e signori benpensanti probabilmente storceranno il naso.
Noi però abbiamo vizi capitali e siamo convinti che l’inferno sia un bel posto, solo un po’ caldo, e ve lo consigliamo.
Abbiamo visto:
Battuage, orinatoio dell’animo, di e con Joele Anastasi
e con Enrico Sortino, Federica Carruba Toscano, Ivan Castiglione
uno spettacolo di Vuccirìa Teatro, prodotto da Fondazione Teatro di Napoli
Foto di Dalila Romeo. Ancora fino al 26 novembre 2019.
Si ringrazia l’Ufficio Stampa. Info qui. Trailer, teaser.