Economia delle note
La musica e la cultura non servono all’economia.
Per i politici un teatro d’opera in difficoltà è sicuramente una notizia marginale rispetto ad un’industria a rischio chiusura. E forse è vero.
La cultura non produce economia. Sostituire con i distributori automatici il bar all’interno del teatro Massimo Bellini di Catania è un ulteriore segno del degrado in cui versa uno dei più belli e prestigiosi teatri italiani. I problemi finanziari del Bellini di questi ultimi decenni, lo scellerato uso e abuso degli amministratori, hanno rischiato di portare alla chiusura di uno dei più prestigiosi luoghi della Lirica nel nostro Paese.
Vincenzo Taormina, noto baritono che ha calcato le scene internazionali; Valeria Tornatore e tutti gli altri colleghi in questi giorni con professionalità e amore incondizionato verso la musica stanno provando per lo spettacolo in cartellone a dicembre: La Cenerentola di Gioacchino Rossini.
Il mestiere del cantante è un lavoro unico nel suo genere: studio approfondito e continuo, mesi lontano da casa e dagli affetti, pranzi da soli, prove su prove a tutte le ore e poi le recite.
Lo spettacolo nasce e cresce soltanto quando tutte le risorse lavorano in sinergia: maestranze, truccatori, costumisti, attrezzisti e poi i musicisti, il coro.
Nel teatro d’opera serve una coesione di intenti; concordia nel raggiungere lo scopo finale attraverso uno spirito di solidarietà che solo il linguaggio della musica rende unico e universale.
Per generare bellezza i lavoratori dello spettacolo in particolare del Bellini a Catania in questi ultimi mesi si sono dovuti scontrare contro una burocrazia che sta paralizzando il tempio etneo.
Il grido di dolore si è trasformato in un inno di lotta: la nomina di Giovanni Cultrera come nuovo sovrintendente del Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania fa ben sperare:
Adesso bisogna aprire alla Cittadinanza questo Teatro anche rivalutando la figura di Vincenzo Bellini attraverso corsi di formazione per giovani talenti, coinvolgere le giovani generazioni con manifestazioni ed eventi.
La musica e la cultura servono all’economia anzi PRODUCONO economia.