Certe vite al Piccolo Bellini di Napoli
Certe vite, di e con Luigi Adimari, Michele Ferrantino, Luigi Leone, Salvatore Nicolella, direzione musicale Carlo Vannini, drammaturgia e regia Rosa Masciopinto, al Piccolo Bellini di Napoli dal 15 al 17 novembre 2019. Storie di vita in cerca di una collocazione. Per un momento mi è passato davanti agli occhi lo sguardo severo di Luigi Pirandello.
Si è celebrato un parto, una vera nascita, la discesa nell’arena della vita e della professione attoriale
Lo spettacolo fa parte di una rosa di quattro, nell’ambito della Bellini Teatro Factory, pregevole Accademia dell’omonimo Teatro. Come sempre, l’atmosfera del Piccolo svolge il suo ruolo nel predisporre lo spettatore all’attenzione. E ieri sera l’attenzione era tutta per i giovani allievi giunti alla fine del triennio di formazione. Di fatto, ormai professionisti, si sono spesi alla grande in palcoscenico. Si è celebrato un parto, una vera nascita, la discesa nell’arena della vita e della professione attoriale, affascinante, magica, sognante ma al contempo difficilissima, e con le delusioni pronte ad aggredire il cuore ad ogni angolo. Mi sono emozionato guardandoli. Lo spettacolo si apre con un chitarrista che dal vivo esegue un brano di Rino Gaetano, testo aderentissimo e perfettamente introduttivo al focus della piece. Gli attori entrano sicuri ed orgogliosi, è evidente. Con le emozioni colme, e ben consapevoli che seduto di fronte c’è un pubblico pagante in attesa di concretezza. Bello guardarli in faccia. Ho fantasticato sulle loro carriere future, su dove li avrei rivisti, a far cosa, quali ruoli. Un giorno potrò dire: quello l’ho visto agli inizi, era un ragazzino, guarda che grande attore è oggi. Ieri sera si è davvero celebrato un rito di iniziazione, un rito collettivo, perché il teatro vero, non mi stancherò mai di dirlo, completa il cast solo quando inizia la recita, con l’ingresso del pubblico, ultimo attore, diverso ad ogni replica. E a questo rito abbiamo partecipato tutti, con applausi generosi e meritati.
Non mi stancherò mai di dirlo, completa il cast solo quando inizia la recita, con l’ingresso del pubblico, ultimo attore, diverso ad ogni replica. E a questo rito abbiamo partecipato tutti, con applausi generosi e meritati
Diversissime le personalità sul palco, diversi i caratteri e le predisposizioni. Ma l’impronta già c’è, profonda ed evidente, ognuno di loro ha saputo esprimere se stesso in modo convincente. Più drammatico qualcuno, più comico l’altro, introspettivo, classico. Una bella esposizione di talento. Hanno saputo mantenere un bel ritmo, e non credo fosse cosa facilissima. Diverse storie da raccontare, diversissime l’una dall’altra, eppure sono riusciti a creare un legame, per quanto fragile, che le tenesse unite. Ho preferito godermele come quattro corti teatrali, ognuno con la sua precisa drammaturgia, il suo carattere. Forse questo l’unico punto un tantino più debole di una prestazione davvero interessante.
Li vedremo in giro sulle sacre tavole, ne sono certo.
Auguri ragazzi.
A presto.
Il sogno è diventato realtà.
Abbiamo visto “Certe vite”
Al Piccolo Bellini di Napoli
Si ringrazia l’Ufficio Stampa
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