Viaggio nel buio
La sorpresa è la luce. Quella che arriva d’improvviso che svela la promessa del giorno.
Il mistero irrompe senza avvisare e non sai ciò che ti aspetta. Ma quando arriverà?
Zigzagando sfrega la ruota sul ferro nel saliscendi di linee bianche dipinte sul nero di pietra. Un imperfetto ritmo incalzante che non cede e non concede pausa, la tregua è utopia, la quiete un’illusione.
Il nero serpente lucido non ha paura e si scaglia veloce, sicuro verso il buio.
È l’oscurità che angoscia e lascia smarrito, come un improvviso assalto emotivo in terra ostile e straniera. Non sai quando l’ordinario sostituirà lo straordinario, ogni cosa non ha più colore, tutto si trasforma tra le ombre scure nella forma maliziosa dell’inganno.
Grigio, nero, rosso, verde, azzurro, blu e poi nero, nero, solo nero. Quando finirà?
Mentre fuori sale e scende la linea bianca, sferraglia il treno, tra scintille tagliuzzando il vento caldo, lanciato a forza nella corsa verso l’incalcolabile.
Un sobbalzo! Un dondolio! Il tempo non regge il ritmo del tremore, mentre fuori scorre come se nulla fosse la vita degli altri, loro saranno forse gli unici testimoni impotenti per il destino delle nostre vite scagliate nel precipizio, giù nell’ignoto.
Arriverà sicuro, arriverà la fine di questa forza meccanica che inconsapevole attraversa nell’intermittenza del suo frastagliare il senso dell’enigma della provvidenza, in una notte che forse non è notte, in una vita che forse non è la nostra vita!
Vortice, uragano in tempesta, ecco che accelera nella discesa: 90/100/120/150…velocità… sfreccia veloce, scivola, abbracciato alla rotaia, nel pozzo oscuro e profondo del passaggio che buca la terra.
E’ un fischio insistente che annuncia l’arrivo. La stazione è illuminata dal sole. Il freno ti spinge verso la viaggiatrice che sta di fronte, lei ti bacia con passione e sussurra: “Sono arrivata, addio!”.