Storia di una rosicata (e dell’incontro con la mia Jackie Kennedy)
Scrivo? Ok, scrivo. Solitamente scrivo solo quando avviene un click nella mia testa. Per giorni ho dei pensieri, poi a un certo punto quelli fanno un vortice, salgono salgono salgono e poi… click. Si chiude tutto il circuito, si accende la lampadina, trovo la conclusione e allora sì, va, la scrivo.
Sono successe due cose ultimamente, di poca importanza. Ho scoperto una blogger di cui non dirò il nome perché non è importante ai fini della storia e poi mi dovrei scusare per quello che dirò. La seconda cosa che mi è successa è che ho visto la seconda serie di The Crown.
E voi direte: oddio che c’entra. C’entra. C’entra soprattutto che se non avete visto la seconda serie di The Crown e avete intenzione di vederla, in questo modo vi avverto che sta per arrivare uno spoiler.
Ecco, detto, vado.
Allora: questa ragazza di questo blog ha pubblicato un libro. Io l’ho comprato sotto consiglio di un’amica, mi sono seduta sul mio divano, ho acceso la abat-jour, mi sono piazzata comoda sotto la copertina (che non è che mi serve perché ho freddo, ma è ottobre e come fa a essere ottobre senza la copertina sul divano?), e ho iniziato a leggere.
Ma di gusto. E il primo motivo per cui l’ho letto di gusto è che mi ricorda un sacco le cose che scribacchio io. Lei è un po’ più schizofrenica, anche più geniale, ma io mi sono sentita proprio come mi sento quando scrivo una cosa bella, la rileggo e quella fila via come l’olio, funziona. Questa tipa incontra tutti i miei gusti: frasi corte, immagini nitide, e battute sagaci.
E mi dico: ok, allora lo posso fare pure io. Posso mettermi a scrivere 300 pagine di cazzate, di fattacci miei sulla mia vita. Il problema però, è che questo libro parla di una ragazza borghese, che vive in una casa comprata dai genitori, ed è in cura dallo psicologo perché soffre di depressione.
E in effetti ne ha da parlare, mi dico, ne parla pure bene, ma la cosa mi dà fastidio. Mi dà fastidio perché ho passato un brutto periodo non molto tempo fa, per carità non depressione grazie al cielo, giusto un momento di profonda e dolorosa ricostruzione. Il problema è che non avevo soldi per andare da uno psicologo e tornare a casa e passare il tempo a raccontare delle mie sedute. Perché da pagare c’avevo l’affitto.
Quindi, nel caso non si fosse capito: sì, sto rosicando. Perché ho affrontato tanto di me stessa in questi ultimi due anni, direi che è stata una battaglia così estenuante che è un miracolo che io ancora mi voglia bene e di pagine ne avrei potute riempire 500. Sto rosicando perché io non ho avuto questo lusso di potermi sfogare sulla tastiera, perché tanto a fine mese qualcuno a me ci pensava. Quando stai vivendo un dramma e questo dipende anche dal fatto che non hai nessuno a “proteggerti”, la voglia di scrivere ti passa. Soprattutto perché non c’è tempo. Anzi, peggio: è una perdita di tempo. Se stai facendo quello non stai lavorando e se non stai lavorando il dramma più grande che arriva alla fine di ogni mese non lo potrai gestire.
Mentre ragionavo e capivo che la mia è tutta invidia, mi sono arrabbiata con me stessa. Perché ora che sono fuori da quei momenti, dovrei davvero mettermici a scrivere eppure questo terrore della pagina bianca non mi lascia andare.
E qui, arriva The Crown. La giovanissima Regina Elisabetta si prepara a ricevere la visita dei coniugi Kennedy. Impara a conoscere la splendida Jackie dalla tv, e le parte la vena della rosicata già a vederla in 2D in bianco e nero dentro al tubo catodico. Perché Jackie, oh, era figa. Ci sapeva fare con i giornalisti, i capi di stato, era una politica pure lei. Spigliata, intelligente, poteva incamerare sproloqui sulla filosofia e la storia e tu avevi voglia di ascoltarla per sempre. Non era solo bella, era pure amabile. E la regina Elisabetta la guarda e rosica, perché lei non può essere così amabile e, se anche potesse… ci riuscirebbe davvero?
Non so se è chiaro: la Regina d’Inghilterra guarda Jackie e rosica. E allora ho pensato che tutto sommato rosicare è un sentimento proprio universale. Jackie probabilmente ha rosicato pure lei nella sua vita. Non c’è niente di male alla fine, purché la rosicata ci accompagni trotterellando a quel famoso click.
Io ho visto questa puntata, ho fatto i miei bei pensieri belligeranti sulla blogger, ho continuato a vivere pacificamente la mia vita da non rosicona, finché ieri, davanti al suo blog, ho sentito il click. Tutto questo senso di ingiustizia che ho avvertito, perché il mondo non mi ha visto come ha visto lei che invece è stata fortunata perché non doveva pagare l’affitto e le sedute di psicoterapia… è l’ennesima ingiustizia. Solo che stavolta è nei suoi confronti. Perché il mondo vede solo le cose che gli mostri. E se non ti sei messa in mostra, bella mia, che colpa ne hanno gli altri?
E alla fine la regina, incavolata con Jakie, fa una cosa rischiosa che potrebbe causare una crisi internazionale in tutto il Commonwealth e la vince. Torna a casa vittoriosa, dopo aver agito completamente fuori dai suoi schemi solo perché Jackie Kennedy l’aveva fatta rosicare.
Click.
Ora lo sentite pure voi.
Questa è la mia Jackie. E se ci riesco, se ci riesco davvero a far sì che questo cambi un po’ la mia condotta, se riuscirò a nutrirmi di questo senso di fastidio che mi ha dato leggere (e finire) quel libro, ecco, rischio pure di esserle grata per tutta la vita. Anzi, se va bene sul serio, la contatto. Perché si merita un bel bicchiere di vino.