La Classe, oggi si studia da attori
Il testo nel testo è uno dei cliché più vecchi, stantii, triti e ritriti, che possano venire in mente a teatro. Fingo di essere qualcuno, che finge di recitare una parte. La finzione nella finzione, che non colpisce più. Eppure entrando ne La Classe di Gabriele Russo, si ha l’impressione di non conoscere il trucco, e di vederlo adoperato per la prima volta. Lo spettacolo travalica il senso di ogni doppio senso, e si lascia avvicinare con curiosità. Si è attratti dal ritrovarsi nelle dinamiche di una scuola di recitazione, incuriositi dal carattere di ciascuno dei giovani protagonisti, trasportati dalle loro improvvisazioni, coinvolti nel loro fare scherzoso, goliardico a tratti, e poi di nuovo serio, perché il teatro è una cosa seria, e quando si recita non si scherza mica.
Il testo rappresentato nella rappresentazione che rappresenta il testo, beh insomma, il testo che gli studenti rappresentano, potrebbe a tal punto passare persino in secondo piano. Potrebbe essere l’Amleto, la Serva padrona, in fondo che importanza si vuole che abbia il testo nel testo, quando è protagonista la scuola, la classe.
E invece no.
Il testo nel testo resta invece centrale, tanto da non riuscire più a distinguere quale sia il tratto principale dell’opera complessiva, che si rivela maestosa, importante oltre ogni aspettativa, nella resa scenica. E le emozioni che si vivono nel ripercorrere il dramma degli attentati di Oslo si sentono sulla pelle, che si fa d’oca nel contrasto tra il dramma vissuto e il trafiletto di cronaca con cui la notizia giunse in Italia, a malapena riportata, il 22 luglio 2011.
Uno spettacolo che strozza le gole e solleva le gote
Caratterizzato da una energia dirompente, La Classe è scritto da Francesco Ferrara, uno degli allievi della Bellini Teatro Factory e interpretato da tutti gli altri sotto la direzione di Gabriele Russo. Quattordici giovani attori rompono ogni schema dichiarato e ridefiniscono dalle fondamenta il metodo del testo nel testo, che si credeva abusato, ma che qui non stanca e non disturba mai, non essendo infatti per nulla prevedibile.
Uno spettacolo tra il serio e il faceto, che più giovane non è proprio possibile, che farà ridere di gusto e arginare il pianto, che strozza le gole e solleva le gote, che ha meritato a mani basse il lungo applauso della prima uscita, e che vi consigliamo di andare a vedere.
Abbiamo visto:
La Classe – Ritratto di uno di noi, uno spettacolo della Bellini Teatro Factory
di Francesco Ferrara
con Andrea Liotti, Arianna Sorrentino, Chiara Celotto, Claudia D’Avanzo, Eleonora Longobardi, Luigi Adimari, Luigi Leone, Manuel Severino, Maria Francesca Duilio, Michele Ferrantino, Rosita Chiodero, Salvatore Cutrì, Salvatore Nicolella, Simone Mazzella
regia di Gabriele Russo
produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro BelliniSi ringrazia l’Ufficio Stampa
photo in evidenza in home page: Jessica Iovane