Edipo a Colono, il Re è adesso salvo
Pompei al buio sembra piena di fantasmi, e in questa sera di prima estate il vento sembra portarne a spasso le voci, con una brezza leggera. Arriviamo al Teatro Grande carichi d’aspettative che non saranno deluse: è davvero imponente, e nient’affatto l’ombra di se stesso, come sovente si suol dire di ciò che è vecchio e logoro. Al contrario, si erge maestoso sulla città antica e il suo profilo, da lontano, incute timore, e fa risalire il vortice del tempo fino ai tempi del suo massimo splendore.
Edipo a Colono stasera, liberamente ispirato da Ruggero Cappuccio all’opera di Sofocle, nell’ambito della terza stagione di Pompeii Theatrum Mundi, per la regia del lituano Rimas Tuminas. Con termini moderni possiamo parlarne come del sequel di Edipo Re, il parricida che ebbe quattro figli dalla sua stessa madre. In Edipo a Colono il protagonista – magistralmente interpretato da Claudio di Palma – ne esce moralmente riabilitato e le sue vicende, il suo dolore, sono declinati secondo una prospettiva salvifica, in chiave moderna, e del tutto inedita.
La scena è minimalista, dominata da una torre in legno che sarà luogo di passaggio e di permanenza degli attori in scena, che gestiranno con pregevole mestiere gli oggetti e i loro cambi. I costumi sono moderni, e strizzano l’occhio a contaminazioni in lingua siciliana e straniera che risultano ottimamente calate nel contesto dell’opera rivisitata. Una narrazione nel complesso piacevole, alleggerita nella trama e pertanto più agevole, ma al contempo interpretata da artisti di vero spessore.
Abbiamo visto: Edipo a Colono di Rimas Tuminas al Teatro Grande di Pompei (NA) per la rassegna Pompeii Theatrum Mundi Si ringrazia l’Ufficio Stampa