“Sei personaggi in attesa di sbarco”, il teatro di Lina Prosa
Il mare alle spalle e la terra davanti in attesa di un propizio segnale che arrivi dalle sala macchine per un felice approdo. In “Sei personaggi in attesa di sbarco”, spettacolo di cui Lina Prosa è insieme autrice e regista, andato in scena il 7 e 8 maggio presso la sala MigraTeatro-Centro Amazzone a Palermo, l’attesa di una stramba compagnia teatrale pronta a raggiungere il teatro si consuma attraverso il ripasso delle parti assegnate da un incorporeo regista partendo dal testo “Sei personaggi in cerca di autore” di Pirandello.
E’ l’occasione per l’autrice/regista Lina Prosa di costruire un intreccio scenico surreale, ironico, destinato a sfidare la tradizione del classico, rimarcando come questo modello, celebrato per l’originale complessità drammaturgica ma non solo, sia in qualche modo intriso di un senso comune logorato dal tempo, permeato di un rigore patriarcale che cristallizza schemi sociali reazionari e da un pragmatismo che ingabbia l’invenzione teatrale. Un’insidia per la creatività e la responsabilità di qualsiasi autore contemporaneo nel momento in cui egli voglia riflettere sui multiformi problemi etici legati al nuovo contesto sociale.
Aurora Falcone, Angela Ajola, Enza Curaci, Alessandra De Caro, Mariarita Foti, Augusta Modica, Rosaria Pandolfo, Laura Scandura, Rosalia Zangara sono le protagoniste di questa eccentrica compagnia tutta al femminile.
Sbullonare, bullonare parole e personaggi, parole precise, chiare. Creare, assemblare ruoli che l’autore offre come un dono alla sua Compagnia teatrale spingendola a sconfinare tra il pubblico/spettatore attraverso un amichevole insistente saluto di accoglienza e rispetto.
Un groviglio di ingranaggi e resistenze quelli del teatro che, come la sala macchina di una nave, governano il travaglio dei motivi ispiratori della poetica di Lina Prosa.
Un nuovo teatro? Un porto davanti, mentre a mezzo motore il teatro/nave dondola pacifico verso un nuovo ormeggio, uno spazio franco dove la libertà superi la convenzionale rappresentazione di un consumato senso etico nonché estetico per guardare avanti, come fa un funambolo che misura la distanza per affrontare la necessità e così approdare verso nuove avventure, senza dimenticare il punto esatto da cui si è partiti.
Fedele motivo insistente è il registro tematico della” barca” che Lina Prosa ripropone anche nella narrazione del suo nuovo spettacolo “Sei personaggi in attesa di sbarco”, una grande arca/nave pronta a raccogliere con audacia la sfida duellando ironicamente con uno dei massimi esponenti del teatro del novecento.
Una rivoluzione senza proclami o tesi preconcette che però regala un’idea precisa di teatro che ciascun autore dovrebbe prendere ad esempio per dovere di responsabilità, per andare oltre, verso un nuovo spazio di idee, per essere nel punto giusto al momento giusto.
Se la rilettura del mito è la chiave poetica del suo teatro, da Euripide, Eschilo, Von Kleist ecc.., in cui la piattaforma prescelta ricerca il valore simbolico contemporaneo delle eroine del dramma antico, così la riflessione di Lina Prosa sul testo di Pirandello è una forma di denuncia verso l’industria dello spettacolo che macina e consuma parole senza avere il coraggio di smascherare la mercificazione del linguaggio attuale.
Assemblare o disaggregare le parole per rendere il senso dell’utile, nella consapevolezza del linguaggio, è la ragione dinamica di Lina Prosa e proprio questo desiderio dovrebbe sorreggere l’impalcatura della creatività teatrale: stare in trincea pungolando con la denuncia le contraddizioni della società contemporanea. La drammaturga così ribatte a ritmo il tavolato del palcoscenico con la propria visione poetica per un teatro di impegno civile e politico, un’idea precisa che marca tutta la sua opera teatrale.
Guardare avanti e andare oltre, sperare che qualcosa cambi.
Il bullone che tiene avvitata l’anima del teatro, ossa legate alle ossa, è la pelle di un personaggino che in solitudine guerreggia dove c’è da combattere, insieme al suo autore, vigila, rastrella i confini guardando avanti, mare alle spalle, una terra davanti.
Quali parole servono per contrastare l’abitudine, il banale?
La nave non cerca facili approdi, il teatro non cerca ipocriti applausi, la nave come il teatro cerca un corpo che si faccia scena per una nuova avventura, per amare e farsi amare, per scioglierci tutti in un abbraccio di fratellanza migrando nella accoglienza i cuori di ciascuno di noi.
Motore acceso sotto un cielo di luna.
Lina Prosa: prima autrice e regista italiana messa in scena alla Comédie-Française, insignita dell’onorificenza di “Chevalier des Arts et des Lettres” da parte del Ministro della Cultura francese. I suoi testi sono tradotti in francese, inglese, catalano, croato, portoghese, tedesco, bretone.
“Trilogia del Naufragio” si afferma a livello internazionale come opera emblematica della sua scrittura. La Trilogia, composta da “Lampedusa Beach”, “Lampedusa Snow”, “Lampedusa Way”, ha fatto il giro del mondo: Parigi, Milano, Barcellona, Bretagna, Zagabria, Nizza, Johannesburg, Pretoria, Ginevra, Avignone, Taormina…
Altre opere: “Pentesilea. Allenamento per la battaglia finale”, “Eclats d’Ombre”, “Troiane. Variazione con barca”, “La Stanza del Tramonto”, “Kkore. Canto delle accorate per chi ha un cuore”, “Scavo di Fossa con Bianco”, “La partita di Mimì”, “Baccanti/Le Altre”, “Ecuba&Company”, “Cassandra on the road”,”Esecuzione / Ifigenia”,”Nell’anno di grazia post naufragium”, “La Gattoparda”, “Filottete e l’Infinito Rotondo”.
Con Anna Barbera, è la fondatrice del Centro Amazzone.