Puccini è sempre una buona idea
Puccini è sempre una buona idea.
Puccini è sempre una buona idea per andare a Teatro.
Se poi Puccini si colora di un’atmosfera natalizia, lo spettacolo aumenta il godimento degli occhi.
Salgo la scalinata infiorata del Teatro Massimo che anche quest’anno si è colorata del rosso della solidarietà; l’intero tappeto di euphorbia pulcherrima acquistate per sostenere le attività dell’Ail sono lo scenario che attira i turisti per i selfie di rito.
Il teatro Massimo vive nella cultura e nella bellezza ed è diventato negli anni il cuore pulsante della città.
Ha perso l’aspetto austero per amalgamarsi con la gente: mi guardo intorno e vedo ragazzi, bambini e anche famiglie che gustano una bibita seduti sulla scalinata. Il “pubblico da teatro” sale mischiandosi alla gente.
Il Teatro Massimo è come la sua città, solo Palermo ha la capacità di inglobare e digerire tutto quello che l’attraversa restando sempre uguale a se stessa, bellissima e complessa.
Nel foyer un albero gigante ricorda che questa Bohème è la strenna natalizia della direzione artistica.
Così il dramma di Mimì si trasforma e si riappropria dello spirito pucciniano.
La vita dei giovani bohémien viene presentata attraverso quattro quadri così come li aveva concepiti Puccini stesso: l’andirivieni nel giorno di Natale festeggiato in modo rumoroso, l’atmosfera di una periferia immersa in una opaca luce invernale e la vita nelle mansarde di ragazzi che “giocano” con il presente fantasticando un futuro di successi e amore.
Il “mestiere” di Daniel Oren esalta l’aspetto lirico e interiore tanto caro al genio pucciniano.
Puccini è sempre una buona idea proprio come la Parigi romantica e incantata di Audrey Hepburn.
Puccini fa sognare anche quando nelle sue note la passione lascia spazio a sentimenti crepuscolari.
Nella Bohème, Giacomo Puccini esprime la sua poetica delle piccole cose: il focolare, le grondaie con la neve, il raggio di sole che improvvisamente illumina il viso della protagonista nell’ultimo quadro.
Ancora istantanee di vita sono Parpignol con i suoi giocattoli durante la festa natalizia o ancora lattaie e doganieri nel terzo atto.
Un commento a parte merita l’eccellente “quadro” di Colline che si priva della sua “vecchia zimarra”. A fine recita, il pubblico acclama e applaude tutti gli artisti.
Puccini è sempre una buona idea e anche quest’anno il Teatro Massimo ha regalato musica nel segno della tradizione compiacendo anche i “palati” più esigenti.