Ho cercato te
Ho cercato te quando non sapevo il tuo nome, il tuo volto, neppure se da qualche parte davvero esistessi.
Ho cercato te perché sei diversa. Dalle altre, da tutti, da me.
Ho cercato te perché la purezza della tua anima, forse, avrebbe reso puro anche un essere dalle mille contaminazioni come me.
Ho cercato te perché avevo voglia e bisogno di essere migliore.
Ho cercato te perché avevo bisogno di essere.
Ho cercato te perché avevo bisogno di perdermi in due occhi così. Occhi che non avevo mai visto, che non ho mai visto, ma che continuo a sognare.
Ho cercato te perché solo con te potevo essere me stesso. O almeno, il me che immaginavo, che volevo, che chissà dove se ne stava nascosto, in attesa che qualcuno lo scoprisse e lo portasse via.
Ho cercato te perché avevo voglia e bisogno di essere migliore.
Ho cercato te perché avevo bisogno di essere.
Ho cercato te perché cercare me non mi andava tanto.
Ho cercato te per non disperdermi tra labirinti nei quali non mi riconoscevo e che puntualmente percorrevo.
Ho cercato te perché prima che di salvezza avevo bisogno di vita. Di vita vera.
Ho cercato te per tutte le volte che mi sono perso, ho creduto di ritrovarmi e un istante prima mi sono perso ancora. E tu eri il bengala sparato nel cielo ad indicare una via, quello che mi toglieva l’angoscia disperante di essere solo un puntino smarrito nell’universo.
Ho cercato te che forse non esisti davvero, perché sono io che forse non esisto davvero, che esisto e non sono, che sono tutto e sono niente
Ho cercato te perché solo con te ho sentito per un attimo eterno il mio vuoto riempirsi davvero, la tempesta placarsi, la mia perenne irrequietezza trasformarsi in pace, i rumori di sottofondo in sussurri lievi, la disarmonia assordante in silenzio.
Ho cercato te perché ero assetato, nel deserto da secoli e tu: oasi dell’acqua mai bevuta. Chissà se quell’acqua l’ho assaporata veramente, se l’ho trangugiata con vorace avidità senza riuscire a coglierne tutti i sapori nascosti e la freschezza; oppure, se ho solo sognato di berla. So che mai sete fu più fonte di piacere, come il placarla con te.
Ho cercato te che forse non esisti davvero, perché sono io che forse non esisto davvero, che esisto e non sono, che sono tutto e sono niente. Niente che si compia e trovi definizione, ricerca e tensione, presenza indistinta avvertita. Nulla di più. La terra promessa e il miraggio lontano e inafferrabile.
Ho cercato te e se anche fossi un miraggio, non smetterò mai di ringraziarti per avermelo lasciato intravedere
(foto di Erika Sichera)