Mille vite e mille volti (Il canto è vita o il canto è la vita?)
Il canto è vita o il canto è la vita? così possiamo sintetizzare il percorso artistico e personale di Lorena Scarlata mezzosoprano dalla voce calda e vellutata; ascoltarla è sempre un’esperienza emotiva travolgente: la sua voce accarezza l’anima e poi giunge alle orecchie.
Impegnata in questi giorni al Teatro Bellini di Catania per una ulteriore esperienza musicale unica: l’esecuzione in prima mondiale per La Capinera, melodramma “moderno” in due atti, di Gianni Bella (la musica), Mogol (le liriche),Giuseppe Fulcheri (il libretto), con l’orchestrazione di Geoff Westley e per la regia di Dante Ferretti. La produzione è realizzata dal Teatro Massimo Bellini di Catania con il sostegno di SIAE .
Un’opera lirica moderna che affonda le sue radici nella tradizione letteraria classica: il soggetto è tratto dal romanzo epistolare “Storia di una capinera” di Giovanni Verga, la peculiarità è che la sua trasposizione in “moderna” opera lirica è firmata da autori prestigiosi che si accostano al genere per la prima volta : Gianni Bella e Mogol.
I due musicisti , legati da una lunga collaborazione professionale, si sono ritrovati insieme in un progetto che mira a fare rivivere la straordinaria tradizione del melodramma italiano.
Questa operazione innovativa che vuole dare nuova linfa ad una Fondazione prestigiosa come il teatro catanese si avvale anche dell’esperienza di Dante Ferretti, più volte premio Oscar, che ha concepito uno spettacolo di grande impatto visivo e scenico per il palcoscenico del Bellini.
“Con questa operazione il Teatro Massimo Bellini di Catania produce Cultura e si presenta al panorama musicale internazionale con un allestimento di qualità artistica di livello mondiale” sono le parole del Sovrintendente e del Direttore artistico del teatro etneo e sono anche l’augurio di tutti coloro che amano la lirica, la cultura e la Sicilia.
Tra una prova e l’altra di regia, costumi e palcoscenico incontriamo Lorena Scarlata che si concede con la generosità che la contraddistingue.
Cominciamo dall’inizio, dai primi passi nel mondo della musica e ripercorriamo insieme il cammino:
“Ho iniziato a studiare canto per gioco a 18 anni prima in un coro amatoriale il Convivium di Liliana Tedesco dove facevamo parecchi madrigali a cappella. E’ stato un momento per me di pura gioia artistica potere condividere e fare musica con altre persone che per pura passione si riunivano tre volte a settimana di sera per cantare. Poi per un concerto conobbi la mia insegnante di Canto Elizabeth Lombardini Smith ,ai tempi anche insegnante di mia sorella, e così per gioco o vuoi per emulazione ho deciso di prendere lezioni anche io.
E’ stata la mia svolta! Dare sfogo alla mia voce ha dato vita alla mia personalità fino a quel momento celata al mondo da una timidezza infinita. Mi sono messa a studiare come mai avevo fatto, le ore di muti e vocalizzi non mi pesavano affatto avevo trovato la mia strada.
Ai tempi mio padre era un po’ scettico ma si sa i padri preferiscono dei lavori più concreti per i loro figli ma poi quando mi ha visto al Teatro Massimo cantare in Cenerentola di Rossini il ruolo della sorellastra Tisbe ha realizzato anche lui che era “una cosa seria”.
Da allora mi ha sempre supportato e so che andava fiero di me e che lo avrò sempre accanto a me sul palcoscenico e soprattutto nella mia vita anche se ormai ci ha lasciato nel maggio del 2017. Ho avuto la fortuna di poter prendere parte a diversi progetti per giovani come Operalaboratorio in collaborazione con il Teatro Massimo che mi ha fatto debuttare parecchi ruoli dandomi l’opportunità di poter collaborare con grandi direttori registi e compositori un ricordo per me unico è l’aver potuto lavorare e conoscere personalmente Giancarlo Menotti poter cantare se pur un ruolo secondario ai tempi nella sua Medium , quello è un momento che non scorderò mai. La carriera vera e propria è iniziata nel 2000 al teatro Massimo. Tante soddisfazioni sì, ho lavorato accanto a grandi Artisti Direttori e Registi, Oren, Zeffirelli, Bruson, Domingo .”
Ma il mondo della lirica non è solo luci del palcoscenico; dietro alle soddisfazioni si celano difficoltà, sacrifici e sconfitte.
“Le difficoltà sono tante, il mondo del cantante lirico non è meraviglioso come tutti immaginano certo è splendido sotto certi aspetti ma terribilmente triste per altri. E’ bello fare un mestiere che è anche la tua passione. Si affronta in maniera diversa senza dubbio ma i bocconi amari che devi ingoiare sono tanti.
In primo luogo sei sempre in continuo esame, devi cantare bene .
Vai all’audizione nel teatro tal de tali e in cinque minuti solo cinque minuti devi far vedere quanto vali…. Colui che ti sta ad ascoltare se ne frega se tu quel giorno stai male o bene ti giudica per quello che sente e vede, quindi fatti tuoi se non hai dormito la notte precedente o sei stanco dal viaggio o sei preoccupato per delle faccende personali.
Certo poi poter lavorare in teatro è una esperienza unica e rara. Conoscere sempre persone diverse, artisti musicisti sarti maestri collaboratori attrezzisti insomma tutta la gente che lavora in questa magnifica macchina teatrale è sempre un’esperienza unica . Stare fuori casa non è facile lontana dagli affetti e dalla propria casa. Diciamo che ogni volta bisogna intessere relazioni sociali sempre nuove. Certo non è un lavoro per persone che amano la tranquillità e l’abitudine.”
E così conciliare la musica e la vita diventa più facile quando accanto c’è un compagno discreto ma sempre presente.
“Molti mi hanno chiesto: “ma come fai con le tue figlie? “ Ultimamente ho partecipato ad una discussione dove sono stata presa per madre snaturata perché abbandono le mie figlie per andare a lavorare.
Se per “madre snaturata” si intende una madre che ama le sue figlie ma allo stesso tempo ha un lavoro che è la sua passione per cui ha lottato tanto per poterlo fare e potere donare la sua arte a chi va in teatro ad ascoltarla ebbene SI lo sono. “
Le mie figlie Gaia di sei anni ed Alba di appena quattro sono felici, certo ho un marito che mi aiuta mi supporta e mi sopporta.
Dopo le gravidanze e durante non è stato proprio facile lavorare perché ahimè anche in questo lavoro i figli sono visti come un impedimento. Per carità l’organizzazione diventa sempre più complicata ma da che mondo è mondo ci si organizza.”
E per concludere chiediamo a Lorena Mezzosoprano cantabile quale è il personaggio del repertorio operistico al quale presta la sua splendida voce :
“Il mio ruolo preferito?… Charlotte del Werther sicuramente e Dalila nel Sansone e Dalila.
Due donne all’opposto una Charlotte soggiogata dal dovere verso la promessa fatta alla madre di sposare un uomo che non ama ; e l’altra Dalila che usa il potere della seduzione fingendo un finto amore per amore del potere. Tutti vedono l’aria di Sansone e Dalila “Mon Coeur s’ouvre à ta voix “ come qualcosa di seducente e dolce , sul primo punto posso essere anche d’accordo ma sul secondo no…. È forse l’aria più insinuante e malvagia del repertorio lirico e saperla rendere col canto è davvero difficile.”
Adesso forse possiamo capire di più perché la voce di Lorena ci conquista: dentro c’è la sua sensibilità, la sua cultura e la sua vita.