Mi allontano
Mi allontano a passi brevi da bambolina meccanica, ciaf, ciaf, per terra è bagnato, le luci s’inzuppano di orme, abbagliano, riflettono parole gettate via dai passanti.
Gambe magre, belle, dritte, le anse morbide delle ginocchia, l’orlo della gonna le sfiora. Le scarpe le tengo in mano, stringevano, facevano male ed io voglio essere libera. Ho infilato le dita tra i cinturini, le sollevo ben attenta a non toccare le suole, non voglio sporcarmi, sotto ci sono le sozzure che senza neanche accorgertene trascini con te.
Ho atteso il buio, che la casa dormisse, senza portare niente con me sono uscita, anche la porta ho lasciato aperta. Ci penserà qualcuno.
Quando cominceranno a cercarmi la gente cieca riacquisterà la vista, ci saranno cento illazioni; diranno: era matta, aveva un altro, di certo le donne belle sono sempre puttane. La gente sorda ricomincerà a sentire, con gli opportuni distinguo. Lui? Risponderà alle domande degli sciacalli sguinzagliati in giro, continueranno a cercarmi, ecco sento già i latrati dei cani, nessuno può sentire i miei passi scalzi.
La cintura della mia vestaglia resta impigliata ad un ramo, se solo avessi immaginato avrei lasciato le briciole, della fiaba a me è toccato l’orco.
Si riempiranno schermi d’amore criminale e bocche di giallisti in erba. Io sarò sottobosco, bisognerà scavare in profondità per riavermi pezzo dopo pezzo. Cinque grossi pezzi, senza le scarpe, i matti vanno scalzi. Così s’inventa una storia e la sua giustificazione agli occhi del mondo.
Il buio aumenta e macchia i miei abiti, non sono nel mio letto.
Useranno i cani molecolari.
La vestaglia, in casa non la usavo mai, tenevo una valigia sotto il letto, avevo paura del terremoto e di dover fuggire nel cuore della notte senza neppure un laccio.
Tre figli e un marito.
Pover’uomo finire così su tutte le pagine dei giornali, lui timido e sfuggente, cosa avrà dovuto patire, che se non ci sei abituato queste cose ti fanno dare fuori di testa, e poi non è neppure fotogenico, in alcune è venuto proprio male. Quando lo riprendono con le telecamere invece sembra un divo. Un altro uomo.
Via questi tribunali che cambiano idea continuamente. Ecco ci vorrebbe un bel televoto, lanciare la domanda: è viva o morta?
Anche nella buca delle fate hanno guardato, nulla da fare, io conosco bene i giochi dei bambini, ne ho tre, contate fino a un milione, non mi troverete.
Un modo democratico per stabilire la verità, tutti hanno un cellulare e un euro da spendere.
Liberamente ispirato al caso di Roberta Ragusa sparita un mattino di gennaio del 2012.
[Foto da Internet]