In metro con Lavinia
Tutti i giorni sono ordinari. Oppure straordinari. Dipende davvero da come vuoi vedere il mondo. L’altro giorno ero in metro con netto anticipo, direzione centro. Sapevo che non ci sarebbe stato ancora nessuno ad aspettarmi all’uscita e pensavo a come passare il tempo da sola. La solitudine mi ha sempre affascinata, finché non mi colpisce dritta in faccia e non so più reagire.
La metro, incurante dei miei pensieri e delle mie paure, continuava a sfrecciare sulla linea blu mentre la fedele Anna Karenina mi faceva compagnia. Questa donna infelice mi parlava all’orecchio, mi confidava i suoi segreti, i suoi giochi di seduzione. Una pagina dopo l’altra.
Ero ancora presa dalle vicissitudini di questo personaggio fittizio ma così reale, quando una voce mi ha scosso.
“Ti sta piacendo?”
Per poco più di un attimo ho avuto la percezione di un’espressione sorpresa che mi prendeva il viso. Me l’aveva chiesto proprio in italiano. Non succede tutti i giorni in questo posto che qualcuno voglia conversare con uno sconosciuto sulla metro. Sarà che ci accomunava la lingua, la letteratura, l’essere entrambe lontane da casa, la conversazione fluiva naturale.
Era una donna sulla sessantina, ben curata, con un’ampia gonna, degli anelli e un paio d’occhiali. Gli occhi chiari e l’aspetto elegante, ma senza sforzo mi hanno ricordato una scrittrice, o forse un’insegnante. Qualcuno che funzioni da veicolo perché si sa, scrittori e insegnanti veicolano conoscenze e messaggi, sensazioni e parole.
Invece era una giornalista. La teoria del veicolo funzionava ancora.
Mi ha parlato brevemente della sua carriera, dei posti che ha visto per poi chiedermi di me, della mia vita, delle mie ambizioni. Sempre in punta di piedi, come chi chiede per sapere, per consigliare e non per criticare. Non un’espressione contrariata, uno sguardo sbagliato, un sopracciglio in una posizione equivocabile.
Stringeva la sua borsa di tela e ascoltava intensamente, annuendo lenta mentre accennava un sorriso. Forse sono questi i veri miracoli che fa la letteratura: offre un pretesto per conoscersi senza troppi pregiudizi fidandosi del fatto che si hanno gli stessi gusti letterari.
“Io scendo a questa”.
“Anche io!”
La folla ci ha travolte ma abbiamo continuato a camminare vicine sapendo che forse non ci saremmo mai più viste.
“Tieni, questo è il mio indirizzo mail. Scrivimi, ci prendiamo un caffè se ti va”.
Quell’invito mi ha fatto tenerezza. Ci ho letto la voglia di parlare, di confrontarsi, il bisogno di una compagnia che va oltre l’inchiostro delle pagine. Le ho scritto, ci vedremo presto.
Tutti i giorni sono ordinari o straordinari, dipende da come vuoi vederli. In metro il mio ordinario si è trasformato in un incontro. E nessun incontro dovrebbe ma essere sottovalutato. Ogni vita che si apre ad un’altra vita, seppure per il tempo di un viaggio, dovrebbe essere conservata tra le mani raccolte senza stringere troppo la presa.
È successo così, in un giorno qualunque sulla linea blu, che ho iniziato a conoscere la storia di Lavinia, complice la signora Karenina.