Ettore corre ancora e ascolta Billie Holiday
Amore mio, sono d’accordo con te su tutta la linea: brutta bestia quella che ci sta alle costole.
Ettore fuori dalle mura di Ilio, prima dello scontro con Achille, si dà alla fuga.
Corre come potrebbe fare un uomo che in sogno precipita da un grattacielo e non arriva mai a schiantarsi al suolo. Corre sospeso sul vuoto. Mi sembra di vedere tutta la scena.
Ettore decide che non può finire così: con una lama conficcata nel petto.
Mentre tutti lo guardano, le sue gambe cominciano a correre e sembra che non vogliano più smettere.
La bestia ci insegue, attorno alle alte mura della città dove abbiamo nascosto i nostri affetti, le nostre certezze, tutto: passato, presente e speranza del futuro. Ma noi corriamo con Ettore con tutta la forza che abbiamo in corpo.
Achille è maestoso. Tremendo. Ha una potenza dirompente, una velocità da purosangue al galoppo. Ha la schiuma alla bocca. Gli occhi da predatore.
Gli dei si sporgono dalla balaustra celeste dell’Olimpo e stanno a guardare: è uno spettacolo che nessuno può fare finta di non vedere.
Giudicano il da farsi. Fanno pendere il peso della bilancia dalla parte del semidio, non certo dell’uomo.
Ettore sa che l’unica possibilità di mordere ancora un pezzo di vita dipende da quanto tempo ci vorrà perché i polmoni decidano che è tutto finito e le sue ginocchia crollino ai piedi del destino. E intanto non smette di far andare le gambe.
Correre come pazzi attorno alle mura di Ilio sfuggendo alla lama di Achille. Correre obliqui. Il giorno in cui ci faremo ingannare dalla divinità che ci vuole sconfitti e freneremo il passo, Achille farà a pezzi quello che resta di noi.
Le notizie che ci piovono addosso nelle ultime ore, come le gocce di questa pioggia nevosa di febbraio, gelide e dolorose perché capaci di raffreddare il cuore, hanno il riflesso sinistro degli occhi di Achille iniettati di sangue. Tracce della forza entropica che ci costringe a fuggire senza speranza di fuga. Nessuna formula alchemica potrebbe fare di me una corsa infinita, una fuga riuscita. Lo so. Lo so, senza ombra di dubbio. Lo so che un giorno dovrò rassegnarmi a consegnare la mia vita a qualcuno, ma resta per me ancora qualcosa di incomprensibile nella giostra intera di questo universo.
Ho l’energia che ci vuole per sostenere ancora la fatica di questo altro giro di giostra?
Riusciamo a sporgerci in avanti per contrapporre tutto il nostro peso alla deriva meccanica che ci trascina indietro?
Le note calde della voce di Billie Holiday si fanno spazio, sgomitano con elegante intensità e spostano tutta la scena di molti chilometri sopra le nuvole. Agganciano una qualche cometa di passaggio e mi trasportano altrove. Immagino Ettore che comincia a canticchiare. Una cosa che mi fa sorridere. Ettore corre ancora ma mentre fugge tutto ha preso un’andatura al rallenty. Achille non crede ai suoi occhi, la sua preda corre e canta sulla voce di Billie Holiday. Senza affanno. Una fuga al ritmo di un piano e di una tromba jazz. Ho capito cosa è successo. Easy living.
Con una forza concentrata, chiamo a raccolta tutte le fibre del mio corpo, tutte le vibrazioni dell’anima, lo spirito di cui dispone il mio petto, e mentre anch’io fuggo il più lontano possibile incontro le note di Easy living.
Una, due, tre volte attorno alle mura di Ilio. Una, due, tre volte in loop ascolto Billie cantare. Ettore, corro con te, canto con te. Abbiamo preso il ritmo giusto: è tutta questione di swing. Non ci fermiamo. Siamo vivi. Cantiamo. Siamo in fuga, ma siamo vivi. La lama è lì. La minaccia si avvicina e noi strappiamo dal fondo della vita tutto quello che ci occorre per respingere l’inseguitore. Il fatto è che siamo insieme a fuggire e che Billie ci accompagna. Achille è potente, noi no, ma il nostro sangue ha preso il ritmo sincopato di una carambola al tavolo da biliardo. Il fumo di sigaretta disegna forme olimpiche davanti ai nostri occhi. I tavolini nella semioscurità di questo night club sulla Fifth Avenue sono colonne apparecchiate per i nostri sogni. Ettore fugge ma non ha più paura. Billie ondeggia il capo, con una coppa di cristallo alle labbra. Canta:
Living for you is easy living
it’s easy to live when you’re in love
And I’m so in love
There’s nothing in life but you.
La nostra meta è la fuga, non possiamo farne a meno. Ma fuggiamo con classe. E, per di più, siamo anche pronti a fare dei salti immortali, se occorre.
Ti amo, amore. Stai sicura: Achille non ci avrà raggiunto, senza prima aver consumato i suoi delicati talloni.