Due: convivenze epicuree
Lei e lui, lui e lei: sono e rimarranno sempre due.
Conviventi, quasi sposi, Marco (Raoul Bova) e Paola (Chiara Francini) disquisiscono sulle loro vite. Fra una vite e un bullone, persi in un foglietto delle istruzioni, si accorgono che montare un letto non è mai stato così difficile.
Gira il letto, sposta i mobili, fai un secondo bagno, conta i passi che separano il soggiorno dal supermercato: intestarditi per portare a termine la loro missione, si accorgono entrambi che a un tratto queste insignificanti, meccaniche certezze hanno smesso di esorcizzare le loro paure più profonde.
A un passo dal salto in avanti nella loro vita di coppia, smantellano uno a uno i capisaldi di anni insieme.
Paola, insicura cronica, urla al compagno: “Marco, chi sei tu?”; Marco, partenopeo romanizzato, borgataro nel comico tentativo di elevarsi a radical chic, elude la risposta, aggrappandosi alternativamente alla zumba, al fitness, alla stesura di “Due” -il trattato filosofico a cui sta lavorando- e a semicitazioni di Epicuro, suo maestro di vita. Nel mentre, sono entrambi silurati fra aspirazioni ed incubi: la casa, il cane, i figli, la televisione, la cognata, il pranzo della domenica e gli acciacchi dell’età.
In questi gesti quotidiani si fanno spazio scorci di passato e di futuro, e sono visioni diverse per lui e per lei. Visioni, sogni, miraggi, segnali che rendono lampante una sola verità: per quanto ci si possa avvicinare, non si sarà mai un’unica cosa.
Si rimarrà sempre due, nettamente distinti, sprofondati nel proprio immaginario per quanto accerchiati da icone di un panorama condiviso: c’è Barbie, c’è Ken, c’è anche Babbo Natale in versione femminile, ma gli incubi di Marco e Paola restano due universi distanti e privatissimi.
A suon di fraintendimenti, di diffidenza mista a promesse prese troppo alla lettera, i protagonisti della commedia di Luca Miniero sdrammatizzano con passi di danza le loro paure in questa commedia che ha il sapore di un musical, strappando più di un sorriso agli spettatori.
Raoul Bova e Chiara Francini, soli sul palco e agilissimi, intrattengono il pubblico per un’ora e mezza che vola via.
Perché, nonostante alcuni misteri della vita rimarranno insondabili e certe paure si riveleranno ineluttabili, in fondo resta sempre un letto da montare, una routine da mandare avanti, qualche trattatello da abbozzare. Perché, alla fine, parafrasando Epicuro e i suoi trattati sulla felicità, “anche la zumba è importante”.
Due è al Teatro Verdi di Padova
Informazioni:
Compagnia Enfi Teatro
Di: Luca Miniero, Astutillo Smeriglia
con: Raoul Bova e Chiara Francini
Regia: Luca Miniero
Aiuto regia: Paola Rota
Disegno Luci: Daniele Ciprì
Scenografo: Roberto Crea
Costumista: Eleonora Rella
Durata: 1h 30’ senza intervallo