Coniglio rosso, inno alla libertà
Struzzi, corvi, orsi e conigli rossi e bianchi sono tra i protagonisti di White Rabbit, Red Rabbit. Uno spettacolo molto misterioso, così misterioso che è fatto divieto ai giornalisti di recensirlo. Però pur senza recensirlo bisogna parlarne, e allora è bene cominciare citandone i protagonisti, che sono in particolare, come detto, conigli rossi e conigli bianchi. Il fatto è che il protagonista più protagonista di tutti è il suo autore iraniano Nassim Soleimanpour, il quale, non potendo viaggiare, ha spinto il suo testo dalla Persia in tutti gli angoli del mondo, tessendo una tela di ragno che è inno alla libertà.
Libertà di improvvisare, così come gli attori che si prestano all’esperimento sociale sotteso al testo, i quali lo conosceranno solo quando, col pubblico davanti, l’avranno estratto da una busta sigillata. Niente prove, niente regia, per comporre una sfida dove l’improvvisazione diventa arte, e il tempo scenico un unico percorso che coinvolge e unisce pubblico e attore e autore, terzo occhio sempre immanente sulla scena.
Libertà di scegliere, come faranno gli animali che compongono l’universo metaforico tratteggiato dal testo, in un ambito di riflessione sul senso ultimo dell’arbitrio individuale.
Libertà di sognare, come sogna difatti l’autore, di viaggi e di conoscenze, di voli pindarici ed esperienze, di luoghi e non luoghi, di paradossi e stravaganze.
Per altri cinque lunedì, al Teatro Bellini di Napoli, con altri cinque 5 attori. Saranno cinque repliche uguali, ma anche, soprattutto, cinque repliche profondamente diverse. Non mancate.
Abbiamo visto
WHITE RABBIT RED RABBIT
Coniglio Bianco Coniglio Rossodi Nassim Soleimanpour
con Daniele Russo
al Piccolo Bellini
info qui
Si ringrazia Katia Prota per l’Ufficio Stampa