Anche i gatti guardano dalla finestra
Anche i gatti guardano dalla finestra.
Camilla è una gattina giovane, vivace e intelligente, ma molto impulsiva. Capace di seguire una mosca senza badare a dove sta andando, se verso un pericolo o meno. Perciò rimane ancora un po’ in casa, fino a che, maturando, si mette a ragionare sui pericoli del mondo. Così almeno pensa il suo umano.
Per conoscere meglio, il mondo, la gattina si apposta sul davanzale e guarda fuori, con quegli occhi gialli che racchiudono più misteri della vita stessa.
Cosa vede un gatto dalla finestra?
Vede di sicuro un sacco di uccellini che svolazzano sui rami degli alberi vicini e che – oh!, che preda sarebbero! Che divertimento cercare di acciuffarli e portarli poi con orgoglio ai piedi dell’umano con cui divide la casa. Sai quanti salti, quanti appostamenti? Quanti balzi a vuoto, prima? Hai voglia a fingerti indifferente. Quelli hanno pure le ali e ti possono fregare come vogliono. Una bella sfida.
La gatta ingoia un po’ di saliva.
Forse conosce il senso di rimpianto o la frustrazione di chi non può arrivare dove vorrebbe. Chissà.
Un gatto, nella fattispecie Camilla, non sente gli odori del mondo esterno, ma dalla finestra volge un altezzoso sguardo in basso e vede pure tante formichine umane che camminano, spesso a passo veloce, con gli occhi a terra. Avvolti in un giubbotto o in una giacca, d’inverno dentro a una sciarpa, gli umani hanno sempre una gran fretta e non si guardano attorno. Camilla si chiederà dove vanno? Forse sì, ma non gliene importa davvero, in fondo è una gatta, come tale è il mondo che le deve attenzione, non viceversa.
in fondo è una gatta, come tale è il mondo che le deve attenzione, non viceversa.
Ma Camilla non si lascia sfuggire niente.
Socchiude gli occhi gialli e finge di dormire. Si lascia accarezzare dal sole che entrando dai vetri crea l’illusione di essere lì fuori, in giardino, a crogiolarsi pigramente. E intanto un occhio segue ciò che si svolge in casa, l’altro tiene sotto controllo il movimento esterno.
Per la strada passano anche brutti ceffi di cani. Sfrontati, scodinzolanti e maleducati. Fanno la pipì ogni due passi. Talvolta lasciano ricordi più grossi. E non sempre hanno un accompagnatore che imbarazzato raccoglie. Così i ricordi restano lì, a disposizione del primo che distrattamente si trovi a calpestarli.
I cani sono così. Camilla è giovane ma già conosce la differenza tra lei e un cane. Lei è pulita e sofisticata. Ciò che espelle lo ricopre attentamente, mica lo lascia alla mercé di tutti. E poi lei non scodinzola, ci mancherebbe. Fatica inutile. È roba da plebe, da cani appunto. Lei le coccole non le chiede nemmeno. Se le prende e basta.
Certo che se potesse uscire ne avrebbe di cose da insegnare a un cane.
Pazienza.
Anche dalla finestra si può insegnare qualcosa. Tipo come farsi adorare.
C’è infatti qualche umano, dalle finestre vicine, che la vede tutti i giorni appostata dietro i vetri e tutti i giorni la saluta con le mani. Se le finestre altrui sono aperte, Camilla riesce anche a sentire le voci sdolcinate che la chiamano e le fanno tanti versetti strani, quasi a vezzeggiarla. Chissà poi perché. Ad ogni modo, alla prima occasione in cui le finestre di casa restino aperte, Camilla andrà personalmente a vedere come vivono gli umani in altre case. Anche se qualcosa glielo avrà già suggerito. Perché i gatti sanno tutto.
Un gatto alla finestra vede di certo le cose che vediamo tutti. Il traffico incasinato. Lo smog. Il vigile con la paletta. Il postino che suona al citofono. I lampioni che si accendono la sera. Le scie degli aerei nel cielo azzurro. La luna e le stelle.
Ma gli occhi dei gatti vanno anche oltre. Sondano il mistero, attraversano i muri, oltrepassano le banalità del quotidiano. Non si limitano al tangibile, a qualcosa che si muove, al chiaro e allo scuro.
I nostri amici dalla finestra vedono senz’altro molte più cose. Ma, regali come sono, con indifferenza si degnano di abbassarsi al nostro piccolo livello, non ci raccontano nulla e fanno finta di puntare solo a un uccellino svolazzante.