Insardevoli consigli sotto l’ombrellone
Miei carissimi e insardevoli amici, per un’estate all’insegna del thriller e non solo (e perché le vostre tintarelle siano impeccabili) suggerìscovi dei libri dal ritmo serrato che vi impediranno di sospendere la lettura e quindi vi terranno esposti al sole il tempo necessario per abbronzature senza sfumature (in rima perché sono una poetessa); e questo vale soprattutto per chi parte con buone intenzioni però poi si stanca di stare esposto ai raggi solari che, da quando il buco nell’ozono è in costante espansione, sono più raggi a microonde ad abbrustolimento fulminio con mantecatura integrata, piuttosto che semplici esternazioni galattiche di stelle nane.
Voi mettete una protezione alta alta alta, che a tenervi inchiodati sul lettino ci penso io.
Che poi alla fine mi odierete pure perché sarete così voraci di queste storie che in una manciata di giorni avrete letto tutto. Quindi a quel punto addio sogni di corpi color caramello ché in così pochi di giorni il caramello al massimo ve lo potete mangiare!
Che poi mi odierete pure di più, ché alla fine sarete senza abbronzatura, con qualche chilo in più da smaltire e con la carie. Niente! Riuscirò a produrre solo odio… Queste rubriche non fanno per me. Devo parlarne al direttore…
Or dunque, iniziamo con un autore italiano la cui amicizia è per me fonte di orgoglio: Mariano Sabatini, scrittore e critico televisivo. Lo scorso anno ha esordito col suo primo romanzo edito da Salani e finora ha mietuto successi su successi, decretati sia delle vendite che dalle critiche e sugellati dalla recentissima vittoria del premio Flaiano, e ho detto tutto!
Il libro, per chi ancora non lo conoscesse, è “L’inganno dell’ippocastano”.
E appunto gli inganni, i sotterfugi, i misteri, i depistaggi sono gli ingredienti di questo thriller intelligente, a prova d’intenditore.
Cercherete fino alla fine di capire da voi, com’è giusto che sia, chi è l’assassino, ma vi sfido a trovarlo prima che Mariano ve lo sveli.
Fatemi sapere. Ma tanto già so!
Ritmo costante, senza mai cedimenti, senza mai le fisiolgiche fasi di stasi (sono sempre la poetessa di prima!) e languore a cui molti libri ci hanno purtroppo abituati.
Gli intrecci sono strutturati senza mai essere scontati o facili, sono fittissimi ma perfettamente penetrabili e totalmente privi di comodi salvagente spesso utilizzati per venire a capo della matassa.
Per questo accanto alla suspance, che sempre attrae in una lettura, c’è il gusto di una storia che intrama abilmente situazioni complesse ma senza ingarbugliarle, il che rende il tutto perfettamente fruibile da tutti. Nessuno escluso. Dunque non avete alibi.
E poi sappiate che questo libro è la prima puntata di una saga, quella di Leo Malinverno.
Leggetela mi raccomando, non fatevi trovare impreparati.
E poi c’è una donna, una scrittrice francese, Fred Vargas.
Il libro è “Sotto i venti di Nettuno” pubblicato in Italia da Einaudi. In verità c’è da dire che il libro è un po’ datato, risale al 2004, ma io l’ho letto solo da poco, per un certo disordine che ho di seguire le pubblicazioni, consapevole che ammesso che non si tratti della Gazzetta Ufficiale o di riviste di argomenti scientifici soggetti a ricerche, e quindi a superamento, c’è sempre tempo per leggere, mica i libri sono prodotti vittime di senescenza o di data di scadenza! La tecnologia del foglio macchiato d’inchiostro resta insuperabile, al massimo si può emulare con gli e-book, ma anche in questo caso nessun “e-libro” è “da consumarsi preferibilmente entro…”
Ma torniamo a noi. Per gli amanti del thriller questo è un toccasana ricostituente.
Dalla Francia al Canada, da una parte all’altra di un mondo sempre più piccolo, storie e personaggi che si inseguono, si mescolano, si isolano e si fondono di nuovo. Sfumature psicologiche riscontrabili ovunque, ad ogni latitudine, in ogni Uomo, perché gli Uomini, di qualunque estrazione, di qualunque razza, di qualunque cultura, di qualunque epoca siano, hanno degli elementi che li accomuna tutti: la carne e il sangue. Le pulsioni e le passioni. L’intelletto di chi è chiamato a risolvere un crimine è messo a dura prova dall’inventiva che sostiene lo spirito di sopravvivenza di chi deve salvarsi sia da una giustizia efficace, per aver commesso azioni atroci, sia, e forse soprattutto, da se stesso.
Non vi annoierete. Garantisco.
E ancora una lettura eccellente, che è soprattutto una scrittura eccellente, dall’andamento che denota il gusto beato che lo scrittore ha di muovere la penna secondo il prezioso dono dell’ironia che gli è stato concesso.
Lui è Cristò Chiapparino, il libro è “L’orizzonte degli eventi”, edito da Il Grillo editore.
Il piacere di fruire questo libro è dato sia dalla storia in sé, che ha delle implicazioni sociali e umane notevoli, senza mai scadere in possibile retorica, ma piena di accordi cuciti in modo che la sinfonia risulti un suono volutamente incostante ma preciso, cadenzato con cura e, come fossero intermezzi, con guizzi di ilarità; la struttura del romanzo, la corposità della scrittura, figlia dell’abilità narrativa indiscussa di Cristò, concedono soddisfazione a chi ha il gusto per lo stile avvolgente, coivolgente e sinuoso, fatto di concetti organizzati per essere efficaci e affascinanti. Un libro buono insomma sia per quanti ritengono che un romanzo sia la sua forma, che per quelli che invece ritengono che il romanzo sia contenuto. Cosa dire di più di un libro contemporaneamente leggero ed emozionante? Leggetelo e camminerete anche voi, felici e commossi, “sull’orizzonte degli eventi”. Vi aspetto lì.